Benefattori del XVII secolo

In ordine cronologico (in base all’anno di morte)

Gerolama Croce (morta nel 1622), vedova di Francesco Sansoni, nel testamento del 6 ottobre 1618 nominò erede universale il Luogo pio delle Quattro Marie, che alla morte della benefattrice entrò in possesso del suo ingente patrimonio, costituito da proprietà a Bienate, Calvenzano, Desio, Limito e Milano.

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Alessandro Moriggia (deceduto nel 1628), oltre a essere vice tesoriere del Consorzio della Misericordia, era a capo del personale della regia Zecca, tesoriere del Luogo pio Monte Angelico e amministratore dei conti Taverna e di altre nobili casate. Con il testamento del 9 settembre 1627 nominò erede universale il Consorzio della Misericordia, lasciando un’ampia possessione a Landriano e una casa in Milano.

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Figlia di Angelo Giovanni, vedova di Leonardo Spinola e moglie in seconde nozze di Alessandro Corio, Virginia Spinola (morta nel 1629) nel suo testamento del 27 agosto 1626 nominò erede universale il Luogo Pio di Santa Corona, al quale subentrò il Consorzio della Misericordia, con l’obbligo di erogare il reddito dei suoi beni “ai poveri vergognosi che haverano casa ferma in questa città” e in sussidi per la liberazione dei detenuti indigenti.

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Con testamento del 25 luglio 1632, rogato a Siviglia dal notaio Juan Bautista de Contreras, il commerciante Francesco Bernardino Palazzi (morto nel 1634 circa) disponeva che con la rendita di parte del suo patrimonio si distribuissero delle doti per donne giovani povere e virtuose. Bartolomeo Scotto, esecutore testamentario e cognato di Palazzi, stabilì che le doti dovessero riservarsi a favore di fanciulle della propria discendenza e di quella del testatore.

Con il testamento del 29 aprile 1636 il nobile Giovanni Ambrogio Melzi (1581-1637), ricco mercante d’oro, argento e seta, istituì il Luogo pio Melzi nominandolo proprio erede universale: la casa del benefattore, situata in Porta Ticinese presso San Pietro in Caminadella, divenne sede dello stesso luogo pio, che aveva l’obbligo di distribuire annualmente dodici doti di 100 lire ciascuna, vestire sei poveri ed erogare il resto delle rendite in riso bianco e pane.

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Il sacerdote Alessandro Frisiani (1584 circa-1662) nel suo testamento del 26 marzo 1662 nominò erede universale il Luogo pio dei Poveri Infermi in San Simpliciano con l’onere di costituire ogni anno la dote per una ragazza povera di quella parrocchia. L’eredità comprendeva una casa presso Porta Comasina che divenne sede del luogo pio.

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Il sacerdote Francesco Bernardino Castiglioni (1579-1662), canonico della collegiata di San Giovanni Battista a Monza, con il testamento del 2 aprile 1662 nominò erede universale il Consorzio della Misericordia, lasciando alla sua morte – avvenuta il 4 maggio 1662 – un capitale di oltre 75.000 lire e redditi annui per quasi 4000.

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Giovanni Battista Abbiati (1623 circa-1667) esercitava il mestiere di strazzaro: con testamento del 3 aprile 1666 nominò erede universale il Luogo pio dei Poveri Infermi in San Simpliciano, con l’obbligo di erogare i redditi dei suoi beni in sussidi e in doti ai poveri della stessa parrocchia.

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Angela Zanatta (morta nel 1669), vedova di Giovanni Battista Cotta, nel suo testamento del 12 marzo 1665 nominò erede universale il Consorzio della Misericordia. Dopo la morte della benefattrice, avvenuta nel 1669, il luogo pio entrò in possesso di un asse ereditario netto di oltre 18.000 lire imperiali. Angela Zanatta Cotta aveva già beneficato la Misericordia con due donazioni nel 1658 e nel 1659.

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Pietro Francesco Prata (1607-1677) con testamento del 18 agosto 1656 lascia al Luogo pio della Divinità, di cui è vicetesoriere, la somma di 150 lire imperiali, nominando lo stesso luogo pio erede sostituto in caso di estinzione della propria discendenza maschile (cosa che avverrà nel 1735).

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Il sacerdote Sebastiano Pozzi (1639-1678), parroco della chiesa di San Protaso al Castello in Milano, nelle sue disposizioni testamentarie beneficò il Luogo pio dei Poveri Infermi in San Simpliciano. Dalla vendita all’asta dei mobili appartenuti al benefattore, effettuata il 18 dicembre 1690, il luogo pio ricavò 74,8 lire imperiali.

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Il sacerdote Giovanni Pietro Spagnoli (1628-1690), curato della parrocchia di San Babila a Milano, con il testamento del 10 ottobre 1690 nominò erede universale il Luogo pio di Nostra Signora di Loreto, di cui era amministratore. Il luogo pio entrò in possesso di alcune proprietà a Melzo e a Vignate.

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Con testamento del 21 gennaio 1691 il nobile comasco Carlo Tommaso Odescalchi (1627-1692), parente di papa Innocenzo XI e canonico di San Pietro in Roma, disponeva l’erogazione perpetua di sei doti annue da cinquanta lire imperiali ciascuna, da distribuire alle nubili povere della parrocchia milanese di Sant’Ambrogio ad Nemus.

Il 27 maggio 1695 il sacerdote Giacomo Alberto Galimberti (1631-1695) disponeva un legato testamentario di 2.800 lire imperiali a favore del Luogo pio dei Poveri Infermi in San Simpliciano, nella cui parrocchia aveva prestato il proprio servizio sacerdotale.

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