Opera pia Fantelli (1882 – 1904)

L’opera pia fu istituita grazie al lascito di Cesare Fantelli (1818 circa – 1875),  proprietario e gestore dell’osteria denominata del Boeuc, deceduto vedovo e senza figli. Nel suo testamento olografo del 18 maggio 1875, pubblicato e depositato negli atti del notaio Giacinto Zani di Milano, Fantelli istituiva erede del suo patrimonio l’Ospedale Maggiore di Milano, con l’onere di alcuni legati di beneficenza da adempiersi a cura della Congregazione di Carità.
Tali legati consistevano in dodici doti da 100 lire ciascuna da erogare “ogni anno in perpetuo a favore di altrettante zitelle nubende”; nella somma annuale di 1.500 lire da devolvere in sussidi straordinari da 15 lire “cadauno a poveri cronici”; nella somma annuale di 1.000 lire da erogarsi “in assegno di baliatico a madri povere che allattino la propria prole legittima in ragione di lire 8 al mese per la durata di un anno”; in quattro letti “col relativo trattamento presso l’Ospitale Maggiore di Milano per quattro cronici”. Era previsto che le disposizioni fossero erogate a bisognosi appartenenti alla parrocchia di Santa Maria del Naviglio, preferibilmente a quelli residenti nella casa alla Ripa di Porta Ticinese 32.
Per procedere a tali scopi fu istituita l’Opera pia Fantelli, eretta in ente morale con regio decreto del 16 luglio 1882. La Congregazione di Carità la amministrò con contabilità separata fino al 1904, quando le “beneficenze di minore importanza” – tra cui l’Opera pia Fantelli – vennero “compenetrate” nel bilancio dei Luoghi Pii Elemosinieri. Non per questo cessò l’erogazione delle beneficenze volute dal fondatore, attestate almeno fino al 1932, quando vi era destinata una rendita di poco più di 1636 lire.

(da Guida dell’Archivio dei Luoghi Pii Elemosinieri di Milano, pp. 358-359)