La scelta geriatrica

Gli anni del secondo dopoguerra a Milano vedono l’ECA protagonista nella ricostruzione del tessuto sociale della città, uscita stremata dalle tragiche vicende belliche. Sotto la presidenza di Ezio Vigorelli – mentre ricopre la carica di sindaco Antonio Greppi – l’Ente, oltre ai compiti ordinari mirati all’assistenza a carattere generico, deve affrontare, con gli scarsi mezzi di cui in quelle circostanze dispone, l’emergenza legata alle conseguenze della guerra, cioè a soccorrere le categorie più colpite, come profughi, senza tetto, reduci ecc.

Si realizzano allora alcuni originali progetti che aiutano ampi strati della popolazione a migliorare le proprie condizioni di vita quando non addirittura a soddisfare i bisogni primari. Vengono aperti ristoranti economici e mense collettive, sono edificati le case popolari di via Ponzio – connotate da standard abitativi elevati – il dormitorio di viale Ortles e l’Istituto post-sanatoriale Guido Salvini mirato alla reintegrazione al lavoro degli ex ammalati di tubercolosi. Un ruolo importante continua a essere svolto anche dagli Uffici di zona, dove ad apposite commissioni assistenziali compete l’esame delle richieste di sussidio.

Fautore infaticabile di questo programma è Ezio Vigorelli, che al contempo promuove la creazione dell’ANEA (Associazione Nazionale degli Enti di Assistenza), mentre nel suo ruolo di deputato alla Camera propugna “l’inchiesta sulla miseria e sui modi per combatterla”: un fondamentale strumento conoscitivo che, nelle sue intenzioni, deve servire a organizzare la riforma dell’assistenza in Italia. Lo affianca nelle fasi progettuali un giovane funzionario dell’Ente, Angelo Pagani, che dopo aver ricoperto l’incarico di direttore della Pia Casa di Abbiategrasso e dell’Istituto Inabili a Lavoro, diverrà uno dei principali protagonisti della sociologia nel nostro paese.

In parallelo si afferma la consapevolezza della necessità di introdurre negli Istituti un’assistenza  sanitaria aggiornata e mirata alle diverse esigenze: cure pediatriche per fanciulli accolti presso l’Istituto di assistenza ai minorenni, geriatriche per gli ospiti della Pia Casa di Abbiategrasso e dell’Istituto per Inabili a Lavoro di Milano. Nell’ambito della riforma sanitaria voluta in quegli anni da Vigorelli, nel 1954 alla direzione medica della Pia Casa viene chiamato Ugo Cavalieri, pioniere della geriatria italiana e ispiratore di una vera e propria scuola tramandatasi fino a oggi. Il ruolo di primo piano svolto dall’Ente in questa disciplina innovativa è testimoniato anche dalla pubblicazione della rivista “Longevità” (con sede presso l’Istituto Inabili) e dalla partecipazione di Cavalieri e degli altri medici degli Istituti ai convegni sul tema indetti in tutta Europa, a cominciare da quelli della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria di Firenze.

Gradatamente ma in modo inarrestabile l’Ente si specializzerà nell’assistenza agli anziani, un orientamento che risponde anche ad esigenze derivanti dai mutamenti demografici e dal contestuale allungamento della vita già allora in atto. Esemplare risulta a tale proposito il progetto di creare fin dal 1955 una Casa di accoglienza in viale Fulvio Testi a Milano, poi concretizzatasi nella Residenza per anziani edificata a Vimodrone, progettata dal 1963 e inaugurata nel 1971 sotto la direzione medica di Aldo Tàmmaro e la direzione amministrativa di Adelio Scotti, che avrebbe poi assunto il nome di Istituto geriatrico Piero Redaelli.