Agostino Santagostino (1633 circa – 1703)

Agostino Santagostino nasce a Milano verosimilmente nel 1633 (le fonti indicano anche il 1635) dal pittore Giacomo Antonio (1588-1658). Insieme al fratello Giacinto (1633-1699), forse suo gemello, prosegue l’attività paterna; secondo alcune fonti entra in contatto con Carlo Francesco Nuvolone (1609-1672) di cui segue le orme, mentre stando ad altre sarebbe allievo di Francesco del Cairo (1607-1665). Il 18 gennaio 1658 i due fratelli, che spesso collaborano tra di loro nell’ambito di quella che per alcuni aspetti sembra essere una bottega di carattere familiare, sposano l’uno Anna Maria De Curtis e l’altro Caterina De Curtis, tra loro sorelle, nella chiesa di Santa Eufemia e acquistano una casa comune di abitazione sita in contrada della Maddalena a Milano.

Nell’ampio catalogo di Agostino, solo in parte ricostruito e a volte difficilmente distinguibile da quello di Giacinto, si annoverano alcune opere rilevanti: tra le prime in ordine di tempo si ricorda la tela raffigurante i Santi Pietro, Giovanni Battista, Antonio da Padova, Michele Arcangelo e Lorenzo (1660), donata dalla marchesa Placida Doria alla chiesa di Santa Maria Lauretana a Calice al Cornoviglio presso La Spezia; seguono la Predica di San Pietro Martire (1670) per la chiesa del Seminario di Seveso, la Fondazione dell’ordine barnabitico (1670) per la Biblioteca Ambrosiana di Milano, la Madonna con il Bambino e i Santi Martino e Antonio da Padova già nella chiesa di San Martino di Serravalle a Sant’Antonio Morignone, la Sacra Famiglia e la Presentazione al tempio (1670-1671) per la basilica di Santa Maria presso San Celso, sempre in Milano.

È autore di una “guida” alla pittura milanese, L’immortalità e gloria del pennello. Catalogo delle pitture insigni che stanno esposte al pubblico nella città di Milano, stampata nel 1671.

A una data anteriore al 1674 è riferito il suo dipinto Davide unto re da Samuele, parte di un ciclo dedicato alla Giustizia Cristiana già collocato nella Sala dei Senatori del Palazzo Ducale di Milano, passato alla Pinacoteca di Brera e poi assegnato in deposito alla chiesa di San Marco; nello stesso arco di tempo Agostino e Giacinto lavorano insieme nell’oratorio di San Giovanni alle Case Rotte, sempre in Milano, dipingendo le Storie di San Giovanni Battista ora perdute, mentre Agostino da solo esegue per la chiesa di Sant’Antonio Abate in Brescia l’Annunciazione, Sant’Ignazio di Loyola, San Francesco Saverio e San Francesco Borgia oltre a due dipinti ora dispersi. Al 1677 risalgono l’Incoronazione della Vergine per la chiesa di Santa Eufemia in Novara e una serie di ritratti per la famiglia Borromeo, oggi conservati nelle collezioni della Rocca di Angera, un genere pittorico anch’esso frequentato dai due fratelli come si accennerà più innanzi.

Su commissione del conte Bartolomeo Arese successivamente Agostino esegue il Ritorno di Alessandro Sauli (1682) per la chiesa di San Barnaba in Milano e affronta poi, in collaborazione con Giacinto, la realizzazione di due cicli pittorici destinati rispettivamente alle chiese di Sant’Alessandro e di San Fedele in Milano. Nella prima Agostino interviene da solo nella cappella dell’Assunta dipingendo Ester incoronata da Assuero e Il trionfo di Debora (1684) e, insieme a Giacinto, la pala con la Sacra Famiglia, l’Eterno Padre e lo Spirito Santo (1677) e le Storie di San Giuseppe nella cappella del Santo omonimo su commissione della marchesa Costanza Balbi Cusani (1686-1688). Per San Fedele, Agostino esegue due dipinti: San Carlo che pone la prima pietra di San Fedele e San Carlo che trasporta le reliquie dei Santi Fedele e Carpoforo.

Tra il 1682 e il 1687, forse per interessamento dei marchesi Sfondrati, Agostino porta a termine un ciclo di tele destinate alla chiesa di San Lorenzo in Mandello del Lario: San Giuseppe e il Bambino, San Mauro e la famiglia dei committenti per una cappella laterale (1682), quattro quadroni per il presbiterio e la controfacciata raffiguranti le Storie di San Lorenzo (1684-1687). Al 1685 datano gli affreschi eseguiti in Villa Casnedi (oggi Casati Stampa di Soncino) a Cinisello Balsamo.

Agostino Santagostino si dedica anche al ritratto: si ricordano in questo ambito l’effigie a olio su tela di Giorgio I Clerici (1665), a lui attribuita, e quella, la cui autografia è documentata con certezza, di Pietro Antonio Clerici (1672), entrambe appartenenti alla quadreria dei benefattori dell’Ospedale Maggiore di Milano. Per la stessa raccolta Giacinto esegue i ritratti di Bartolomeo Arese (1669) e di Giuseppe Lampugnani (1694), dipingendo inoltre, su commissione dello stesso Bartolomeo, sei ritratti di membri della Casa d’Austria e quello di Francesco Sforza. Tra il 1679 e il 1681, forse dietro suggerimento del consigliere Francesco Sfrondrati – la cui famiglia come detto è negli stessi anni in rapporti con i Santagostino – Agostino riceve a sua volta le commissioni di sei ritratti di benefattori da parte del Luogo Pio della Misericordia: Giovanni Del Conte e Ippolita Bossi Rozzoni, compiuti entro il giugno 1679, Virginia Spinola Corio e Balzarino Pusterla portati a termine entro il dicembre successivo, Bernardino Busti e Ambrogio Griffi conclusi entro il febbraio 1681. 

Agostino Santagostino muore a Mandello del Lario il 14 ottobre 1703.

(testo di Sergio Rebora)

Giovanni Del Conte
Ippolita Bossi Rozzoni
Virginia Spinola Corio
Balzarino Pusterla
Bernardino Busti
Ambrogio Griffi