Antonio Pasinetti (1863 – 1940)

Antonio Pasinetti nasce il 2 agosto 1863 a Montichiari, tra Brescia e Desenzano, da Paolo e da Laura Brisadola, provenienti rispettivamente da famiglie di agricoltori e artigiani. A soli dodici anni viene avviato alla pittura presso lo studio del pittore Luigi Campini a Brescia, iscrivendosi poi ai corsi della Scuola Moretto. Nel 1880 si trasferisce a Milano, dove frequenta l’Accademia di Brera studiando sotto la guida di Vespasiano Bignami e ottenendo il diploma di maestro di disegno nel 1881; tra il 1882 e il 1883 è allievo di Napoleone Nani a Verona e in seguito, tornato a Montichiari, si dedica all’attività didattica nel suo paese e a Salò. Pur effettuando alcuni soggiorni di studio e lavoro a Venezia, Padova, Genova, intorno al 1889 Pasinetti si stabilisce a Milano dove allestisce uno studio in via Solferino 43 accanto a quello dello scultore Paul Troubetzkoy.

Inizia precocemente a dedicarsi ai ritratti, realizzando quelli del patriota Agostino Bertani (1884), del letterato Giuseppe Guerzoni (1884) e dello statista Giuseppe Zanardelli (1891), questi ultimi oggi entrambi alla Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia, del musicista Ruggero Leoncavallo (1894) commissionato dall’editore Furstner di Berlino e di cui si conserva uno studio al Museo Teatrale alla Scala di Milano, fino a quelli della ballerina Leonilde Staccioni (1904) e del sindaco di Montichiari Giovanni Antonio Poli (1913), oggi entrambi alla Civica Pinacoteca Antonio e Laura Pasinetti di Montichiari. Nel 1896 si unisce a Teresa Marchetto (1879-1903), di origine aristocratica, che sposerà nel 1901, da cui ha i figli Lauro e Leone; dopo la scomparsa prematura della moglie, nel 1910 si unirà in seconde nozze con Concetta Cini da cui ha il figlio Ernesto. Nel 1894 partecipa alla II Triennale di Brera e, negli anni successivi, alle rassegne annuali indette dalla Società Permanente, rilevando nel 1898 l’atelier utilizzato da Cesare Tallone in via Carroccio 6; prosegue l’attività didattica insegnando disegno nelle scuole serali milanesi e in seguito, dal 1913, svolge lo stesso incarico presso il Pio Istituto Sordomuti. Dal primo decennio del Novecento affianca alla ritrattistica una cospicua produzione di paesaggi – specie in Valle Vigezzo, in Valle Brembana e in altre valli bergamasche e bresciane – realizzando vedute alpestri, lacustri e marine. Tra le composizioni maggiormente significative di tale ambito si ricorda il trittico Caprera, appartenente alla Galleria d’Arte Moderna di Milano, contraddistinto dall’uso della tecnica divisionista.

Si dedica occasionalmente anche alla pittura ad affresco, realizzando nel 1905 le decorazioni interne dell’edicola Bocconi al Cimitero Monumentale di Milano, opera dell’architetto Giuseppe Boni e dello scultore Orazio Grossoni. Agli anni successivi risalgono ulteriori commissioni pubbliche di ritratti gratulatori e commemorativi: nel 1918 esegue infatti il ritratto della benefattrice Angela Frova Galliani per la Congregazione di Carità di Milano (oggi ASP Golgi-Redaelli) e nel 1923 quelli di Ernesto Pirola per l’Ospedale Maggiore (oggi Fondazione IRCCS Ospedale Maggiore Ca’ Granda Policlinico) e di Giuseppe Marcora per la galleria dei Presidenti della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde. Partecipa ancora ad alcune esposizioni del tempo, tra cui la Biennale di Venezia (1926), la Società Amatori e Cultori di Roma (1928), la Primaverile Fiorentina (1933). Dal 1915 è documentata anche la sua attività di intermediario commerciale di opere d’arte.

Antonio Pasinetti muore a Milano il 13 maggio 1940.

(testo di Sergio Rebora)