Abbondio Bagutti (1788 – 1850)

Abbondio Bagutti nasce a Rovio, nel Canton Ticino, nel 1788 da Giovanni Battista (1742-1823), pittore, e da Maddalena Longhi. Allievo della scuola privata di Giuseppe Bossi, frequenta i corsi dell’Accademia di Brera a Milano sotto la guida di Luigi Sabatelli (1815-1819), ottenendo il Gran Premio di Pittura del 1815 con medaglia d’oro per Pirro volendo sposare malgrado la di lei renitenza e la propostasi fedeltà alle ceneri di Ettore suo primo consorte, minaccia la vita del piccolo Astianatte in caso di rifiuto, composizione oggi conservata nelle raccolte dell’Accademia stessa. Nel 1819 consegue il secondo premio al concorso annuale indetto dall’Accademia di Belle Arti di Parma con La morte di Adamo.

Precocemente riceve le commissioni dei ritratti dei benefattori dell’Ospedale Maggiore di Milano Giovan Antonio Rossi (1806), Giovan Pietro Cicogna Clerici (1813), Francesco Weirich (1816) tutti a Milano, Galleria dei Benefattori dell’Ospedale Maggiore; nel 1816 realizza due affreschi  nella chiesa di San Sisinio a Mendrisio, presso cui lavorano anche il padre e il pittore Francesco Catenazzi, e poi interviene come decoratore nel casino di campagna di Maria Cristina di Sardegna a Mezzana, presso Mendrisio. A lui si devono inoltre i cartelli con i Misteri del Rosario utilizzati per le processioni della Confraternita del Santo Rosario di Mendrisio.

Nel 1817 esegue il San Carlo ora nella chiesa di Sant’Antonino Martire a Nova Milanese e debutta alle esposizioni di belle arti di Brera con Ritratti di famiglia presentando poi Ritratto, mezza figura (1818), La morte del Petrarca (1829) e Una matrona che nell’assedio d’Ancona fatto da Federigo Barbarossa porge il proprio latte ad un soldato estenuato dalla fame, da cui era travagliata quella città, tratto dalla Storia d’Italia del Guicciardini (1831).

Nel 1827 dipinge Cristo nell’orto degli ulivi nella chiesa di San Carpoforo a Bissone e tra il 1830 e il 1832 la sala del Gran Consiglio nel Palazzo del Governo di Locarno oggi non più esistente. Ancora a Brera espone Il martirio di Santa Cristina, appartenente a Maria Cristina di Savoia (1837) e Soccorsi ed opere di pietà esercitate vicendevolmente fra i cittadini di Torino in occasione dell’assedio posto dai francesi nel 1706 (1840). Su commissione dell’Amministrazione dei Luoghi Pii Elemosinieri di Milano porta a termine il ritratto del benefattore Giovanni Aloardi (1838), oggi all’ASP Golgi-Redaelli.

Muore a Rovio il 4 ottobre 1850.

(testo di Sergio Rebora)