Cesare Fratino (1886 – 1969)

Cesare Fratino nasce a Milano il 2 ottobre 1886 da Carlo e da Ida Calcagni; si iscrive ai corsi dell’Accademia di Brera dove studia sotto la guida di Giuseppe Mentessi e Cesare Tallone, conseguendo nel 1912 il premio Gavazzi per la pittura storica con il dipinto Leda e nel 1913 il Pensionato artistico nazionale che gli permette di trasferirsi a Roma, dove soggiorna fino al 1915 stabilendosi poi definitivamente a Milano. Inizia a esporre al pubblico alle rassegne dell’Associazione degli Acquarellisti Lombardi nel 1911 e nel 1912, anno in cui è presente anche alla Biennale di Brera e a quella di Venezia, a quest’ultima con il grande pastello Ritratto di mia sorella (oggi presso il Museo del Paesaggio di Verbania), mentre nel 1915 partecipa alla III Esposizione della Secessione romana con opere grafiche e acqueforti riproducenti vedute e paesaggi di Roma. In seguito continuerà a esporre ininterrottamente alle Biennali veneziane fino al 1926 e poi nel 1930 e nel 1934 ma anche alla I Biennale di Napoli nel 1921 e alla Primaverile di Firenze nel 1922.

Riceve commissioni di ritratti di benefattori da parte di alcune tra le molteplici istituzioni ospedaliere e assistenziali lombarde, tra cui quelli della contessa Caccia Bracciforti (1913), di Antonio Limonta (1914) per la Congregazione di Carità (oggi all’ASP Golgi-Redaelli), di Angelo Minorini (1934), Angelo Gatti (1949) e Papa Paolo III (1949-1951) per l’Ospedale Maggiore – cui nel 1963 giunge in dono anche quello a pastello della benefattrice Carla Tosi Ucelli di Nemi (1920) – di Angela De Bernardi Garavaglia per l’Ospedale di Circolo di Busto Arsizio (1949).

Nel 1920 realizza il bozzetto per la nuova composizione pittorica destinata alla volta della chiesa di Santa Maria di Nazareth o degli Scalzi a Venezia, in sostituzione agli affreschi di Gian Battista Tiepolo distrutti durante la prima guerra mondiale; l’opera verrà compiuta tra il 1929 e il 1930 da Ettore Tito. Prosegue l’attività espositiva presenziando alle rassegne indette presso la Società Permanente e in altre sedi della sua città ordinando anche tre personali (1930, 1938, 1951).

Fratino opera anche come libero docente e professore incaricato presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano dal 1919 al 1956, insegnando prima decorazione, figura, prospettiva e poi scenografia e arte dei giardini; è attivo anche in qualità di scenografo. Come architetto progetta ville, risistemazioni e arredamenti per interni e cappelle funerarie: in tale settore si ricorda l’edicola per la famiglia Rosti al Cimitero Monumentale di Milano, in collaborazione con lo scultore Ercole Drei (1916), mentre insieme all’architetto Enrico Alberto Griffini realizza la Colonia Marina Lino Redaelli di Cesenatico (1935-1938). Nel secondo dopoguerra viene incaricato di partecipare ai lavori di ricostruzione della volta del Teatro alla Scala e di ricostruire e restaurare il complesso di Palazzo Marino, anch’esso devastato dai bombardamenti bellici, compreso il recupero della Sala dell’Alessi e la progettazione della nuova aula del Consiglio Comunale. Negli stessi anni viene nominato membro della Commissione Edilizia e di quella per il Verde cittadino del Comune di Milano.

Muore a Milano il 5 gennaio 1969.

(testo di Sergio Rebora)