Alessandro Laforet (1863 – 1937)

Alessandro Laforet (Milano illustrata, 1903, p. 283, fot. Italo Pacchioni)

Nato in Milano il 26 marzo 1863 da Eugenio, guantaio, e da Teresa Rovida, nel 1877 Alessandro Laforet s’iscrive ai corsi dell’Accademia di Brera studiando sotto la guida di Lorenzo Vela, Raffaele Casnedi, Ambrogio Borghi e Francesco Barzaghi. Inizia precocemente a partecipare alle esposizioni annuali indette dall’Accademia di Brera con sculture di genere, come la testina intitolata Svogliatezza (1882), i busti Compiacenza e Preghiera e L’arrotino Arrigobello (1883) ma anche con ritratti e con una statuetta raffigurante Garibaldi (1886); dal 1887 è presente anche alle rassegne della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente con opere di piccolo formato destinate ai salotti della borghesia: Per l’onomastico e L’ultima nota (1887), A predica (1893), Pensosa e La donnina (1902). Laforet viene inoltre ammesso alle mostre triennali organizzate da Brera, per le quali realizza sculture più impegnative, anche per dimensione, ispirate alle istanze sociali del tempo cui l’artista risulta particolarmente sensibile: L’orfanella (1891), Bambina ammalata (1894) e La cucitrice (1897), con la quale ottiene premio indetto dalla Fondazione Tantardini (una fusione in bronzo viene acquistata dalla Galleria d’Arte Moderna per le sue collezioni). In seguito prende parte anche ad alcune mostre internazionali, tra cui le esposizioni di Parigi (1900), Saint Louis (1904), Buenos Aires (1910), Barcellona (1911).

Coniugato con Adele Chiapellini, da cui ha le figlie Eugenia (1892-1970) e Teresita (1894-1975), affianca all’attività di scultore quella di insegnante di disegno e arte plastica prima nelle Scuole Civiche Serali di Milano – di cui nel 1909 diventa ispettore – e poi nelle Scuole Operaie di Seveso, Cesano Maderno e Bovisio Masciago.

Dopo aver realizzato il monumento al medico Ambrogio De Marchi Gherini per l’Ospedale Maggiore di Milano (1890), Laforet instaura un rapporto di collaborazione con la Congregazione di Carità, che gli commissiona i gruppi scultorei destinati a ornare le tombe dei benefattori Rosa Dell’Acqua (1901), Giovanni Battista Agudio (1903) ed Edoardo Crespi (1911) al Cimitero Monumentale di Milano, gruppi nei quali si allontana dal verismo che contraddistingue le prime opere per avvicinarsi al Liberty. Per la necropoli ambrosiana realizza un numero cospicuo di opere, accreditandosi come scultore funerario di primo piano: oltre alle tre citate si ricordano le tombe di Ida Lorini Tresoldi (1889-1890), Adone Calderoni e Virginia Curti Calderoni (1893, 1917), Stefano Carlo Pomè (1896), Luigi Crespi Falciano (1897), Edmondo Guigoni e Giuseppina Ghioldi Guigoni (1900), Orazio Herzfelder (1903), Marianna Gamboa Turri (1905), Ferdinando Zappa (1905), Adelaide Falconi Negri (1906), Achille Pagnoni e Anastasia Ferroni Pagnoni (1908), Antonietta Donadelli (1910-1911), Carlo Fighetti (1912), Giovanni Rosa e Angela Restelli Rosa (1914), Edmondo Apostolo (1914), Cesare Cavenaghi e Maria Anna Silva Cavenaghi (1916), Antonio Apostolo e Gaetanina Viganò Apostolo (1917), Anna Maria Polles Bisutti (1917), Giulia Pessina Fighetti (1918), Armida Robbiani Bonatti (1919), Paolo Sartorio e Giuditta Sartorio Legnani (1920), Attilio Sottovia (1920-1921), Luigi Arienti ed Erminia Bosetti Arienti (1920-1921), Natale Bordelli e Teresa Reina Bordelli (1921), Pietro Caimi (1921), Paolina Crotti Perversi (1922), Emilio Cesare Farino (1923-1924), Giuseppe Vietti (1924), Gaspare Fighetti ed Elisa Berinzaghi Fighetti (1924), Leonardo Arienti (1924-1926), Leopoldo Muggiasca (1925), Maria Antonietta Inzerillo Bono (1927), Virginia Pastore Guggi (1927). Altri monumenti sono destinati ai cimiteri di Barlassina, Bovisio Masciago, Busto Arsizio, Canzo, Erba, Lodi, Meda, Varese, Vignate in Lombardia e a quelli di Schio e di Trieste fuori regione.

Nel 1902 Laforet vince il concorso per il monumento a Giuseppe Verdi indetto dalla città di Trieste: inaugurata nel 1906, l’opera viene distrutta da eventi bellici nel 1915 e ricollocata in loco in una versione in bronzo ricavata dal modello in gesso nel 1926. Nel 1904 riceve da parte della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano la commissione della statua raffigurante Santa Ada destinata a uno dei capitelli delle navate della cattedrale. Tra il 1921 e il 1929 è impegnato nella realizzazione dei monumenti ai Caduti durante la prima guerra mondiale di Cannobio, Cerro Maggiore, San Giuliano Milanese, Vignone e Vignate.

Alessandro Laforet muore in Milano il 26 gennaio 1937.

(testo di Sergio Rebora)