Amero Cagnoni (1853 – 1923)

Amero Cagnoni, detto Amerino, nasce a Milano il 16 luglio 1853. Di estrazione borghese, effettua studi classici e frequenta privatamente lo studio del pittore Francesco Valaperta, poi i corsi dell’Accademia di Brera tra il 1872 e il 1879 studiando sotto la guida di Giuseppe Bertini. Esordisce alle esposizioni annuali di Brera con Veduta di una parte interna della basilica di S. Ambrogio in Milano (1877), presentando in seguito Passeggiata in giardino, Coro del Monastero Maggiore in Milano e In giardino (1878), Scena di genere (1879). Nel 1880 viene premiato con una menzione onorevole per il concorso di pensionato a Roma con Un episodio della guerra e l’anno successivo vince il concorso di fondazione Mylius eseguendo ad affresco in una lunetta del cortile del palazzo di Brera il ritratto storico del Mantegna; nello stesso anno invia alla Esposizione Nazionale di Torino Presento l’amico e Testa di donna (costume calabrese).

Partecipa alla Esposizione Nazionale di Milano del 1881 con il già premiato Un episodio della guerra, Valentina – studio di testa femminile e La figlia di Curzio Picchéna – mezza figura femminile e successivamente espone alle rassegne annuali di Brera Visita alla serra (1882), Maggio e Ritratto di signora (1883); presenta Ottobre, Settembre e Geltrude alla Nazionale di Roma del 1883 ed Emigranti e Maggio a quella di Torino l’anno seguente. È ancora a Brera con due Teste di donna – studio dal vero (1884), Emigranti, Canile e due Ritratti (1885), Ritratto, Sgradevole incidente – che, oggi conservato presso le raccolte dell’Accademia di Brera, in quell’anno consegue il premio di fondazione Mylius per la pittura di genere e viene replicato più volte con varianti iconografiche – , Preliminari (1886), Testa di donna (1887), tre Ritratti (1888). Presenta Sgradevole incidente alla Esposizione Nazionale di Venezia del 1887 e Fogli volanti a quella di Bologna del 1888.

Frequentatore della Famiglia Artistica Milanese, dal 1882 Cagnoni collabora come vignettista con “Il Guerin Meschino”, giornale satirico illustrato fondato in quell’anno da Carlo Dossi, Carlo Borghi, Luca Beltrami e Luigi Conconi; in seguito opera come illustratore anche per le riviste “Illustrazione Italiana” e “Ars et Labor”. Prende parte anche alle rassegne annuali indette dalla Società Patriottica, dalla Famiglia Artistica e dalla Società Permanente.

Espone poi tre Ritratti di signora alla I Triennale di Milano (1891), un altro e Gioie materne alla seconda (1894), Mezza figura muliebre (pastello), Réverie (pastello) – ora alla Galleria d’Arte Moderna di Milano – e Ritratto del signor Cesare Pisoni alla terza (1900); nel 1894 con Meste rimembranze (per cui posa la moglie Antonietta Bianchi, modella di molteplici composizioni, da cui non ha figli), ora conservato nelle raccolte dell’Accademia di Brera, ottiene il premio di fondazione Canonica nel 1894. Cagnoni è presente alla Esposizione Nazionale di Milano del 1906 con i pastelli Ritratto di Margherita Confalonieri e Post-prandium e l’olio Five o’ clock tea; e alle successive Biennali di Brera con Ritratto di signora a pastello (1908), Ritratto di signora a pastello (1912), Milano notturna nell’anno di guerra (1916), La lettura del comunicato – dicembre 1917 (1918), Milano notturna (1920), Milano diurna (1922).

Opera come ritrattista su commissione per privati – si ricordano tra gli altri i ritratti del letterato Luigi Illica, del possidente e finanziere Enrico Noseda e della moglie Erminia Noseda Meroni, delle sorelle contesse Carolina e Margherita Confalonieri (di quest’ultima, poi pittrice, Cagnoni è maestro), di Carolina Dal Verme Radice Fossati – e per molteplici istituzioni ospedaliere e assistenziali. Esegue infatti le effigi dei benefattori Teresa Scaccabarozzi San Pietro (1880), Antonia Longhi (1888), Giuseppe Rattazzi (1892), Giuseppe Lertora (1897), Pietro Felice Sales (1899), Giuseppe Gianetti (1911-1912) per l’Ospedale Maggiore di Milano, Marianna Carones Ravizza (1887-1891) per la Congregazione di Carità di Milano (oggi all’ASP Golgi-Redaelli), Achille Oldrati (1893) ed Enrico Cernuschi (1897) per l’Orfanotrofio Maschile, Gaetana Macchi Minesi (1895), Marietta Ceriani Rattazzi (1897) per l’Istituto dei Ciechi di Milano, Romeo Lanfranconi (1907 circa) e Giulia Seregni Marchesotti (1909 circa) per l’Ospedale di Circolo di Varese.

Muore a Milano il 1° febbraio 1923.

(testo di Sergio Rebora)