Gino Bessi (1932 – 2003)

Battista Giacomo Bessi detto Gino nasce a Brescia il 30 agosto 1932 da Palmira Bessi e da padre ignoto. Dopo avere trascorso l’infanzia e l’adolescenza presso alcuni istituti, il 17 ottobre 1951 viene accolto nella Pia Casa di Abbiategrasso, dove, dal punto di vista umano, è seguito con particolare affetto da suor Ortensia Soli. Frequenta il primo corso serale di qualificazione per orafi presso la Società Umanitaria di Milano (1955/1956) e negli anni successivi svolge alcune sporadiche esperienze lavorative come operaio meccanico, dedicandosi contemporaneamente alla pittura da autodidatta, ambito in cui viene incoraggiato anche dal direttore della Pia Casa Angelo Pagani (1918-1972), futuro sociologo. Per iniziativa di Rotterdam Ravenni (1923-1976), l’assistente sociale della Pia Casa che si occupa del suo caso, e con il sostegno economico dell’Amministrazione dell’ECA, s’iscrive all’Accademia di Brera a Milano, dove nell’anno di corso 1959/1960 frequenta il primo e il secondo corso di pittura sotto la guida dei pittori Aldo Carpi (1886-1973), Gino Moro (1901-1977), Achille Funi (1890-1972) e Savino Labò (1899-1976) e dello scultore Ettore Calvelli (1912-1997), i quali apprezzano le sue doti artistiche.

In seguito Gino Bessi inizia a esporre al pubblico i suoi dipinti: presentato dal suo maestro Ettore Calvelli, nel mese di maggio del 1960 tiene la sua prima mostra personale presso la sede dell’ECA di Milano (diciassette opere, sedici oli e una tempera: paesaggi, nature morte e una figura); a dicembre allestisce nella stessa sede una seconda esposizione che riscuote un notevole successo di vendita (trenta opere esposte, alcune ispirate a paesaggi di Abbiategrasso). In questa nuova occasione lo presenta in catalogo Gino Moro. Nel gennaio del 1961 riceve il primo premio alla Mostra di pittura organizzata a Milano dai gruppi giovanili della Democrazia Cristiana; alla premiazione intervengono il vice sindaco di Milano onorevole Luigi Meda (1900-1966), figlio di Filippo, e il dottor Lino Montagna (1910-1992), assessore alla cultura e figura di spicco nella Milano del secondo dopoguerra. Organizza poi altre rassegne personali: al Caffè Besuschio di Abbiategrasso, nei giorni della Fiera (1961), nella sala del consiglio dell’ECA di Milano (1962), all’Hotel Missouri di Vigevano (1963). Nel mese di giugno del 1962 sostiene gli esami finali di licenza del VI corso speciale alla Scuola Superiore degli Artefici di Brera, cui si era iscritto dopo aver frequentato la Scuola di pittura, ottenendo otto punti su dieci. Nel 1961 effettua un viaggio di studio in Spagna, finanziato dall’Amministrazione dell’ECA. A testimonianza dell’attività di questi anni resta un serie di dipinti presso l’ASP Golgi-Redaelli di Milano.

Dopo aver vagliato alcune offerte di lavoro, tra cui un impiego come disegnatore di bozzetti e illustrazioni presso la casa editrice Mondadori, il primo settembre 1964 entra a far parte del personale della stessa Pia Casa di Abbiategrasso che lo aveva accolto in gioventù. Inizialmente opera come ausiliario generico alle dipendenze del capo assistente del Servizio Sociale, svolgendo varie mansioni; diventa in seguito assistente (1971), aiuto terapista (1973) e infine ergoterapista (1980). Il 10 ottobre 1964 sposa Luciana Saracini, infermiera originaria di Apiro, località delle Marche, lasciando la Pia Casa – dove fino a quel momento aveva sempre abitato – per trasferirsi nella vicina via Ticino 54. Dal matrimonio nasceranno i figli Ortensia (1965) e Agostino (1969).

La carriera lavorativa intrapresa in quegli anni non limita l’impegno di Gino Bessi nel campo delle arti figurative. Incoraggiato dal collega pittore e amico Carlo Zanoletti (1898-1981), dal 1974 si dedica anche alla sperimentazione della tecnica degli smalti, costruendosi un forno apposito per la loro cottura e studiando le tecniche di esecuzione; progetta il monumento a Pinocchio realizzato presso il lago Boscaccio di Bereguardo (1967) e, nel corso degli anni, continua a presentare al pubblico la sua produzione artistica in mostre personali. Tra le più significative si ricordano quelle allestite alla Galleria Merlo di Vigevano (1968, 1977), la prima presentata da Rotterdam Ravenni e inaugurata dall’onorevole Renato Massari (1920-2012), alla Galleria De Grandi di Vigevano (1977), al Centro Culturale Artistico Europeo di Monza, dove Bessi è presentato dall’amico pittore Mario Pitocco (1931-2002), alla Sala dell’Ottocento dell’Istituto Roncalli di Vigevano (1977). Partecipa inoltre al settimo concorso nazionale di pittura estemporanea Premio Arona conseguendo la medaglia di bronzo (1975); nel 1977 una sua lunga intervista al critico Lillo Cicero (1927-?) viene pubblicata nel volume Les artistes européens, edito dalle Edizioni Artistiche Cicero di Como.

Ritiratosi il 31 agosto 1992 dal lavoro presso la Pia Casa (che nel frattempo aveva assunto la denominazione di Istituto Geriatrico Camillo Golgi), Gino Bessi muore ad Abbiategrasso il 19 marzo 2003.

(testo di Sergio Rebora)