Pasquale Miglioretti (1825 – 1881)

Pasquale Miglioretti nasce a Ostiglia, località vicino a Mantova, da Pietro e da Domenica Dalseno il 18 gennaio 1825. Grazie ai fondi raccolti attraverso una sottoscrizione popolare si iscrive ai corsi dell’Accademia di Brera, dove studia scultura sotto la guida di Pompeo Marchesi (1790-1858), entrando in seguito nell’atelier di Innocenzo Fraccaroli (1805-1882). Tra i suoi primi lavori si segnalano alcune opere realizzate nella sua terra di origine, come i bassorilievi per l’Ospedale di Ostiglia (1844-1846). Già prima di trasferirsi definitivamente a Milano, dove allestisce il proprio studio in Borgo di Porta Orientale 31 (1854), partecipa alle esposizioni annuali braidensi, inizialmente con opere di soggetto storico e letterario come Abele morente (1850), acquistato dallo scrittore, patriota e benefattore Tullo Massarani (1826-1905) e oggi appartenente alla Pinacoteca Ambrosiana. Grazie al successo ottenuto l’opera viene più volte replicata dal suo autore e riproposta all’Exposition Universelle di Parigi nel 1855, dove ottiene una medaglia d’oro: tale successo procura a Miglioretti nuove e prestigiose commissioni, tra cui spiccano quelle dei monumenti commemorativi alle benefattrici Leopolda Isimbardi, Carolina Seelmayer, Carolina Torelli Taverna e Adelaide Grillioni Fiocchi per il nuovo Ospedale Fatebenefratelli di Milano, opere riferibili all’arco della seconda metà degli anni Cinquanta e delle quali oggi rimane in situ soltanto l’ultima, datata al 1857.

Dopo l’unità nazionale l’artista prosegue nello svolgimento di temi storico letterari, di preferenza incentrati su personaggi femminili: ecco dunque Mirra; figura in marmo a grandezza naturale tratta dall’Inferno di Dante (1864), Carlotta Corday che medita l’uccisione di Marat , statua in marmo a dimensioni naturali presentata a Brera nel 1865 e premiata con medaglia d’oro all’Exposition Universelle di Parigi nel 1867, i ritratti storici a mezzo busto di Amleto e Ofelia (1868); ma anche I figli di Edoardo IV, “gruppo in marmo a grandezza naturale, da collocarsi nel Museo artistico di Amburgo” (1866). Nello stesso periodo si collocano le sculture raffiguranti santi commissionate dalla Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano e destinate all’esterno della cattedrale: Beato Amedeo IX di Savoia (1860), San Biagio martire, vescovo di Sebaste (1863), San Lorenzo Giustiniani primo Patriarca di Venezia (1865), San Baldomero fabbro ferrajo (1867).

Miglioretti è attivo anche nel settore più disimpegnato della scultura di genere, particolarmente congeniale alla decorazione delle nuove residenze cittadine e di villeggiatura edificate in quegli anni dalla borghesia imprenditoriale. Ne sono esempio efficace Il primo dolore; “bimba in marmo” (1865), Piccirillo napoletano; statua in marmo (1866), Il mattino della vita; gruppo allegorico in marmo (1869), La sorpresa; puttina in marmo (1870) e Grido materno; figura al vero (1874), appartenuto alla raccolta dell’industriale Giuseppe Crespi e ora nella Pinacoteca di Vigevano.

Negli anni della sua maturità, l’artista si aggiudica anche alcune importanti commissioni pubbliche destinate al Mantovano, con il cui territorio le relazioni familiari e professionali proseguono in parallelo senza interruzione. A cavallo degli anni Sessanta e Settanta dell’Ottocento Miglioretti esegue infatti il monumento a Cornelio Nepote in Ostiglia (1860-1868), a Ferrante Aporti in San Martino dell’Argine (1868), a Dante nella piazza del Broletto in Mantova (1870-1871), ai Martiri di Belfiore in Mantova (1870-1872), realizzazioni che procurano all’artista notorietà e apprezzamento a livello nazionale, come attesta copiosamente la stampa dell’epoca.

Altrettanto cospicua risulta inoltre l’attività di Miglioretti nel settore della scultura funeraria. In tale ambito lo scultore realizza alcune opere complesse come il monumento per i coniugi Luigi e Giulia Taccioli su commissione del figlio Gaetano per la cappella di famiglia nel cimitero di Ossona (1870), oggi Litta Modignani, quello con l’Angelo della Resurrezione per la cappella del conte Giovanni Lucini Passalacqua a Moltrasio (1870), la statua di Cristo spirante sulla Croce per la tomba Taverna nel cimitero di Canonica al Lambro su commissione del conte Paolo Taverna (1870), il monumento per il piccolo Umberto Lodigiani a Luzzara (1870), la lapide per il colonnello Giovanni Acerbi e la tomba per sua moglie Adele Secchi nel cimitero di Castelgoffredo (1871), il cippo per il sacerdote Antonio Strambio a Belgiojoso (1871) e il monumento per Pietro Revedin al cimitero di Ferrara (1877). Al Cimitero Monumentale di Milano si ricordano, tra gli altri, i monumenti per Francesca Nugent Spech (1871), Achille Villa (1871), i coniugi Pedroni (1873) e le edicole Cicogna (1874), Bertarelli (1876: oggi la scultura originaria in marmo, raffigurante l’Angelo Custode è conservata all’istituto dei Ciechi di Milano e in loco è una fusione in bronzo) e famiglia Giovanni Mazzucchelli (1877) oggi rimossa, smontata e conservata in un deposito dello stesso cimitero.

Un ampio settore della produzione dell’artista è dedicato alla ritrattistica su commissione. Miglioretti opera per molteplici esponenti della aristocrazia come i Verri, i Cusani, i Falcò, i Greppi e i Taverna e della borghesia delle imprese, dei commerci e delle professioni: esegue infatti le effigi in marmo a mezzo busto di Felice Carpi (1876) e della consorte Rosa Susani (1855) oggi rispettivamente presso l’Istituto Tecnico Economico “Alberto Pitentino” di Mantova e l’ASP Golgi-Redaelli di Milano. A esse si aggiungono quelle di tipologia gratulatoria destinate agli istituti ospedalieri e assistenziali del tempo, come il ritratto di Maria Rosa Pessina Cavalletti (1875) per la Congregazione di Carità di Milano (oggi ASP Golgi-Redaelli) e quelli di Carolina Taverna Torelli (1873) e Francesca Taverna (1877) per l’Istituto Sordomuti Poveri di Campagna (oggi Pio Istituto dei Sordi).

Coniugato con Maria Luigia Biringhelli (1833-1881), da cui nel 1866 aveva avuto il figlio Guido, Pasquale Miglioretti muore a Milano il 17 febbraio 1881.

(testo di Sergio Rebora)