Riccardo Galli (1869 – 1944)

Riccardo Galli (Milano illustrata, 1903, p. 253, fot. Italo Pacchioni)

Riccardo Galli nasce a Milano il 22 luglio 1869 da una famiglia di origine piemontese. Frequenta i corsi dell’Accademia di Brera sotto la guida di Giuseppe Bertini e inizialmente opera come illustratore, collaborando con editori e testate giornalistiche italiane e straniere – a cominciare da “La Lettura”, diretta da Giuseppe Giacosa – producendosi anche in affiches pubblicitarie.

Dal 1895 partecipa regolarmente alle esposizioni annuali della Società Permanente e della Famiglia Artistica, in prevalenza con paesaggi a olio e studi di figura a pastello; viene ammesso anche alle rassegne triennali di Brera con il grande Ritratto di signora a pastello (1897), raffigurante la moglie Mira Rossi (da cui ha i figli Maria ed Emilio), e i ritratti, anch’essi a pastello, della marchesa Eva Parravicini-Persia Messa e della signora Lina Pontevia Germani (1900). La commissione della effigie a olio di Vittorio Emanuele III da parte del Municipio di Milano (1901) lo accredita definitivamente come ritrattista alla moda: nel corso degli anni immortala infatti molteplici esponenti dell’alta borghesia milanese, tra cui Ada Luisa Binda (1903), Enrichetta Cagnola Damia (1904), Enrico Zonda (1908), Irene Falck Bertarelli (1907), Zina Moratti (1913), Giovanna Bernocchi (1914), Claire Silva Odetti di Marcorengo (1921), Alfonso Bernasconi e Ida Peluso Bernasconi (1920) e ancora Fidy Guastalla, Achille Pini, Francesco Pasquinelli, Ferdinando Taccioli, Felice Bisleri, la principessa Tina Pignatelli du Chene de Vére, Paola Fratino, Enrico Leuthold.

In parallelo porta a termine anche alcuni ritratti gratulatori per le principali istituzioni ospedaliere e assistenziali ambrosiane: per l’Ospedale Maggiore quelli di Paolo Beretta (1901), Enrico Zonda (1915), Roberto Perego (1934), Paolo Scanziani e Maria Melocchi Scanziani (1936), Nanà Parravicini di Persia (1938), Filippo Mezzi (1941), per la Congregazione di Carità (oggi all’ASP Golgi-Redaelli) quelli di Carlo Giulio Trolliet (1903) e Pompeo Confalonieri (1908), per l’Istituto dei Ciechi le effigi di Antonietta Maderni (1905), Maddalena Maderni Trombini (1905), Soave Besana (1921) e Alfonso Bernasconi (1925) e per l’Istituto Pio Albergo Trivulzio, Martinitt e Stelline quella di Carlo Sesana (1941).

Nel 1906 partecipa alla Esposizione Nazionale di Milano con la grande tela La felicità in un cantuccio, destinata alla Casa degli Italiani di Buenos Aires e i pastelli Ritratto di bimba e Ritratto della signorina Fanny Mangili; seguono le Biennali Nazionali di Brera con Ritratto di signora (1908), Nell’orto (1910), Ritratto della signora Annie Cirla Imperatori (1912), Tra le vecchie case di Hospenthal e il Ritratto della contessa Gabriella Sottocasa Levi (1914), Ritratto dei bambini Romualdo e Ida Borletti (1918), In tranvai (1923), Sullo scoglio e Ritratto del signor Reiser (1925)

Espone anche alle Quadriennali di Torino e ad altre rassegne a Roma e Firenze oltre che alle Biennali di Venezia: a queste ultime presenta Ritratto (1907), Ritratto di Mary De Nicola (1914),  Cingallegre (1920), acquistata da Vittorio Emanuele III, Oro e azzurro (1922), Penombra (1924), entrato a far parte della Collezione Georgiadis di Trieste, Ottobre lungo la Senna (1926).

Nel 1911 è tra i soci fondatori della Società degli Acquarellisti Lombardi insieme a Paolo Sala e Filippo Carcano, mentre nel primo dopoguerra promuove la Famiglia Meneghina, presso cui si cimenta anche come poeta e attore in vernacolo milanese.

Riccardo Galli muore il 12 marzo 1944 a Barzio, in Vallassina, località dove soggiorna negli anni del secondo conflitto mondiale.

(testo di Sergio Rebora)