Alessandro Besana (1814 – 1897)

Alessandro Besana nasce a Milano il 25 novembre 1814 da Felice e Giulia Ciani, appartenente a una stimata famiglia di commercianti e banchieri; cresciuto in un ambiente liberale e patriottico, nel 1848 si arruola volontario per combattere gli Austriaci a Peschiera.

Proprietario di terreni tra Mariano Comense ed Erba, risiede con la moglie Emilia Prinetti a Milano in via Amedei 8; dopo l’Unità d’Italia è eletto deputato alla Camera nel collegio di Cantù, consigliere comunale nel capoluogo lombardo e Senatore del Regno dal marzo 1864.

Nominato dal Comune di Milano membro del Comitato di amministrazione della Congregazione di Carità da poco costituita, durante la seduta inaugurale dell’8 gennaio 1862 è assegnato alla I sezione, incaricata di coadiuvare il Presidente Ignazio Prinetti e di sovraintendere alla gestione patrimoniale dell’Ente.

Besana si occupa in particolare dei beni rurali e invita il Consiglio della Congregazione a trarre utili dai poderi e dalle case coloniche, migliorando gli edifici agricoli con lavori di ristrutturazione a carico dei fittavoli, previo rimborso e presentando preventivi il più possibile contenuti per opere di manutenzione e per la costruzione di granai. Nel tentativo di risanare le casse dell’Ente sottopone al Consiglio varie proposte prontamente approvate, come l’avvio di pratiche per il rimborso dei mutui concessi ai creditori, l’alienazione di alcuni terreni e,  usufruendo di quanto disposto da una circolare prefettizia, la vendita di effetti pubblici austriaci di proprietà dei Luoghi Pii; in occasione del rinnovo degli affitti ai coloni suggerisce di agevolare accordi al rialzo del prezzo e chiede di inviare agli interessati avvisi preventivi di pagamento, anziché successivi solleciti, al fine di riscuotere canoni o rate d’affitto nei tempi stabiliti. Per una migliore gestione amministrativa e finanziaria ricorda l’obbligo di redigere un inventario dei beni mobili, consiglia la formazione di un’apposita commissione interna che riferisca sul sistema contabile in uso presso la Congregazione e gli Istituti amministrati; propone di posticipare di trenta giorni la liquidazione dei salari dei dipendenti, erogando per sei mesi consecutivi i compensi dovuti con cinque giornate di ritardo, così da beneficiare degli interessi di un’intera mensilità delle somme depositate. Attento alle necessità delle persone si adopera per adeguare il trattamento economico dei dipendenti dell’Ente alle attività straordinarie eseguite, caldeggia le richieste dei coloni per ampliare le aree adibite a coltivazioni, cerca di incrementare i sussidi a favore dei poveri di Magnago e di alcune parrocchie rurali e di apportare migliorie tecniche a uffici e a case civili di proprietà della Congregazione.

A causa degli impegni politici le sue presenze alle assemblee diventano sempre più rade, fino alle dimissioni nell’estate 1865.

Negli anni seguenti continua a occuparsi di problemi agricoli, fonda a proprie spese una scuola a Cimnago e nel 1873 costituisce con altri Senatori e il Sindaco di Milano, Giulio Bellinzaghi, la Società Villa d’Este per recuperare dall’abbandono l’edificio di Cernobbio, che diventerà un rinomato albergo sede della società stessa.

Muore a Parravicino, frazione di Erba, il 5 agosto 1897; qualche mese dopo Luigi Cremona, vicepresidente del Senato, lo commemorerà come uomo “operoso ed intelligente nell’attendere all’agricoltura, ne promosse ed attuò i progressi, ed ebbe a cuore non solo gli interessi dei proprietari, ma ben anche quelli dei contadini, i quali lo ricambiarono sempre con affetto e gratitudine”.

(testo di Lorenza Barbero)