Carlo Antongini (1836 – 1902)

Carlo Antongini

Carlo Antongini nasce a Milano il 19 settembre 1836, primogenito di Gaetano e Matilde Vezzoli; il padre è un industriale tessile che nel 1850 fonderà ad Aranco con i fratelli Tomaso, Carlo, Cesare e Alessandro la ditta F.lli Antongini & Comp. per la filatura della lana a pettine (ora Zegna Baruffa Lane Borgosesia spa).

Membro del Partito d’Azione, nel 1859 abbandona gli studi di giurisprudenza a Pavia per arruolarsi volontario nei Cacciatori delle Alpi: fino al 1867 seguirà Giuseppe Garibaldi nelle sue imprese, riportando ferite e numerosi encomi per il coraggio; la famiglia, appartenente alla classe dirigente della Lombardia e fervente mazziniana, supporta attivamente l’Eroe dei due mondi sottoscrivendo nel 1860 alla Società Rubattino di Genova una cambiale del valore di 510.000 lire a garanzia dell’uso dei piroscafi Lombardo e Piemonte, sui quali s’imbarcano Carlo e il fratello minore Alessandro.

Conclusa l’attività patriottica, si dedica agli interessi imprenditoriali famigliari: dal 1868 fino ai primi anni ‘70 intraprende lunghi viaggi in Giappone e negli Stati Uniti per organizzare importazioni commerciali e per studiare nuove tecniche di sericoltura; al rientro definitivo in Italia sposa Haydée Dubini (1853-1933), apicultrice, figlia di Angelo Dubini, primario del dipartimento di dermatologia dell’Ospedale Maggiore, da cui avrà Nino, Ferruccio e Giuseppina.

Nei decenni successivi riveste ruoli importanti nell’alta borghesia lombarda: è fondatore e procuratore generale della casa editrice Sonzogno, socio dell’Associazione bacologica veneto-lombarda in qualità di “filandiere”, consigliere della Camera di Commercio di Milano e della Società italiana di commercio con l’Africa, fondata con altri dal cognato Luigi Canzi; ricordato come “ruvido di scorza, ma eccellente nel fondo”, “milanese di vecchio stampo” è soprannominato dai suoi concittadini l’“Antongina”.

Autorevole esponente del partito radicale, eletto consigliere comunale a Milano partecipa alla Commissione per l’esecuzione del piano regolatore cittadino; nella primavera del 1886 è designato nel nuovo Consiglio di amministrazione della Congregazione di Carità, dove si occupa della Pia Casa degli Incurabili di Abbiategrasso e successivamente del Ricovero di Mendicità, favorendo acquisti e movimentazione di personale.

Noto “per la sua perizia nel commercio” e “per la sua franchezza e onestà”, in occasione della discussione per la sottoscrizione di azioni dell’erigenda Società cooperativa di macinazione e panificazione di Milano offre “informazioni dettagliate sugli intenti” del nuovo Ente, delineando possibili vantaggi derivabili per gli operai e i poveri e inducendo il Consiglio a sottoscrivere una decina d’azioni.

Il 30 dicembre 1886 Carlo Antongini, in aperta polemica con la decisione di Palazzo Marino di erigere un monumento a Napoleone III, a suo giudizio un insulto ai morti di Mentana, presenta al sindaco le proprie dimissioni dalle cariche di consigliere comunale e della Congregazione. Tornerà alla vita politica negli anni successivi ricoprendo il ruolo di assessore nell’amministrazione Bellinzaghi e di consigliere comunale a Cassano Magnago, dove sarà benefattore dell’asilo locale.

La mattina del 30 dicembre 1902 Carlo Antongini muore improvvisamente nella sua casa milanese di via Brera 5 per una peritonite; dopo la cerimonia funebre, svoltasi in forma civile alla presenza di numerosi amici, conoscenti, rappresentanti di associazioni politiche, operaie e reduci, è tumulato al Cimitero Monumentale.

(testo di Lorenza Barbero)