Carlo Contini (1858 – 1920)

Ritratto in fotoceramica di Carlo Contini, Cimitero Monumentale, Milano
Ritratto in fotoceramica di Carlo Contini, Cimitero Monumentale, Milano

Il lavoro e la sua legislazione, con un occhio di riguardo per i più poveri, sono stati il principale tema di interesse per l’avvocato Carlo Contini, consigliere della Congregazione di Carità nella prima decade del Novecento. Nato nel 1858, laureato in legge, sposato con la compositrice di piano Lucia Anselmino detta Anselmi. Oltre al suo ruolo nell’Ente è stato molto attivo nella società milanese, in ambiti sempre legislativi e assistenziali, come socio del Patronato degli infortuni sul lavoro (1885), membro dell’Associazione per la libertà economica (1892), dell’Unione Agricola Lombarda (1892), consigliere del Sindacato agricolo cooperativo (1904) e fondatore dell’organismo della Cassa di prestiti fra commessi (1892). Principio cardine del suo pensiero, soprattutto in quest’ultima sua impresa finanziata con 25.000 lire, era il sistema Raiffisen-Wollemborg, un’iniziativa di importazione in Italia della Casse Rurali germaniche sostenuta dai parroci di campagna. Le Casse andavano costituendo uno dei rari esempi di collaborazione tra classi sociali e posizioni ideologiche diverse, accomunate dal desiderio di venire incontro alla popolazione rurale afflitta da crisi e povertà. L’intento era quello di aiutare fittavoli e piccoli proprietari concedendo loro prestiti in denaro a basso interesse e a scadenze lunghe per liberarsi dagli strozzini e costruire un futuro più sereno.

Importante è stato anche il ruolo di Contini nell’ufficio dei Probiviri, cioè quell’organo che aveva il compito di conciliare le controversie che sorgevano tra gli imprenditori e gli operai: nello specifico l’avvocato era parte dei Probiviri degli alimentari (1897). Affronterà con il ruolo di presidente anche il loro congresso che si svolgerà nel 1907, auspicando nel discorso di apertura l’avvento della figura del magistrato del lavoro.

La sua opera riformatrice e progressista si percepisce in tutte le attività, soprattutto negli anni di collaborazione con la Congregazione di Carità, di cui viene nominato Consigliere nel maggio 1905. Subito Contini appoggia il consigliere Paolo Vallardi che spinge l’Ente a promuovere l’iscrizione degli operai alla Cassa nazionale di previdenza per l’invalidità e la vecchiaia, e insiste su una riforma della beneficenza volta a portare la Congregazione ad abbandonare i piccoli sostegni ai singoli. In seguito, su proposta del Consigliere Giuseppe Forlanini di istituire uno speciale servizio medico per la vigilanza igienica e sanitaria sui bambini allattati dalle madri ed assistite da un assegno di baliatico, spinge perché sia approntata una rapida soluzione dato che la mortalità infantile e il manifestarsi di scrofola e rachitismo erano una forte piaga per la società. In questo caso la Congregazione, secondo Contini, avrebbe dovuto assumersi direttamente la gestione del servizio di sorveglianza creando un ambulatorio apposito per le visite mediche nella sede centrale di via Olmetto, dove le madri erano già abituate a recarsi a ritirare il contributo presso gli uffici. Sempre secondo l’avvocato infatti spirito della legge imponeva infatti all’Ente di accentrare la già frammentata beneficenza comunale, e non disperderla. Nella seduta del 17 maggio 1906 Contini, come Consigliere di minoranza, è relatore di una accorata interpellanza che tocca i temi a lui più cari: una riforma della beneficenza orientata soprattutto alla carità preventiva. I punti principali della sua proposta sono: istituzione di un consorzio fra le istituzioni caritative della città; verifica della possibilità legislativa di costituirsi parte civile nei giudizi penali sugli infortuni sul lavoro a sostegno dei lavoratori; riforma dei sussidi dotali e concentramento delle Opere Pie; sostituzione della vendita dei terreni di proprietà dell’Ente con la cessione del diritto di superficie; concorso nella costruzione di case popolari; costruzione di una nuova sede per il ricovero di mendicità. Tutte queste attività avrebbero spinto la Congregazione ad avere un’attività progressista che al di là dei limiti della gestione ordinaria. Il successivo 30 maggio Contini ritorna sulla proposta di costituirsi parte civile nelle cause di infortuni sul lavoro. Una recente sentenza della Corte di Cassazione aveva infatti ammesso il Comune come parte civile in una causa per la tutela degli interessi dei cittadini, per sostenere gli interessi dei poveri. La proposta viene appoggiata dal consigliere Fabio Luzzatto, che sottolinea come il Pubblico Ministero solitamente tutela gli interessi generali, ma non quelli pecuniari del povero. La proposta non viene accolta, è ritenuta troppo dispendiosa in denaro e risorse umane per prendersi in carico questo tipo di assistenza. A Contini non rimane altro che appoggiare il progetto presentato proprio da Luzzatto, che insisteva sulla creazione di un consorzio per la consulenza legale per i poveri in compartecipazione con la Società Umanitaria, con la quale Luzzatto collaborava come consulente. Proprio per l’Ente promosso da Prospero Moisè Loria aveva da poco iniziato a collaborare anche Contini, assunto part-time ad aprile di quello stesso anno con il compito di coadiuvare il segretario generale amministrativo e di esaminare ogni questione di ordine legale. Suo compito specifico era anche proporre un riordino degli uffici prendendo spunto dai casi da lui studiati all’Ospedale Maggiore, agli Orfanotrofi e alla Congregazione di Carità. Proprio per questo grande impegno aveva dato le dimissioni come consigliere della Congregazione il 12 luglio 1906. Respinte le dimissioni, continua nei mesi seguenti ad insistere, senza successo, nel proporre la questione della parte civile nei processi di infortuni sul lavoro. Nell’aprile del 1908 termina il suo incarico di Consigliere della Congregazione di Carità. Le sue proposte di riforma rimangono testimonianza viva della sua mentalità progressista.

Contini muore il 7 dicembre 1920 all’età di 62 anni, nella sua casa di via Mayr. Le sue ceneri sono conservate al Monumentale, e l’epigrafe recita: “Avv.to Nob. Carlo Contini, d’altissimo ingegno e d’eletto animo, 31 ottobre 1858 – 7 dicembre 1920, la vedova Lucia – la figlia Carla”.

(testo di Daniela Bellettati e Francesco Lisanti)