Edgardo Lami Starnuti (1887 – 1968)

Edgardo Lami Starnuti nasce a Pontedera (PI) il 3 marzo 1887 da Michele Starnuti, esercente di generi alimentari, e da Cesira Lami. Durante gli anni del liceo s’interessa agli ideali mazziniani e aderisce al movimento repubblicano: a inizio ‘900 è Presidente del circolo Gioventù operosa, fa parte dei fondatori della Federazione Giovanile Nazionale Repubblicana, nel 1907 è segretario del partito della Federazione comunale di Carrara. Laureatosi in Giurisprudenza all’Università di Pisa, nel 1915 è eletto sindaco di Carrara, ruolo che ricoprirà fino al gennaio 1922 con operosità e impegno per il rilancio dell’economia della zona.

Avverso al regime fascista, nei primi anni Venti si trasferisce con la moglie Marina Andrei e i figli Bianca, Carla, Enrico e Giorgio a Verona, dove prosegue la professione legale fino all’arresto nel novembre 1926, quando è condannato al confino per cinque anni, poi ridotti a due, a Favignana, a Ustica e infine a Lipari. Nel 1928 si stabilisce a Milano dove esercita come avvocato, si specializza in campo civile e amministrativo, continua a occuparsi di politica avvicinandosi alle idee socialiste. Al suo rientro in Italia dopo il secondo conflitto mondiale – trascorso in esilio volontario in Svizzera – s’impegna nella riorganizzazione del partito socialista e pubblica sul giornale da lui diretto un articolo su Le autonomie locali. Dal 1945 utilizzerà i cognomi di entrambi i genitori.

Eletto all’Assemblea costituente, è membro della Commissione dei 75 incaricata di elaborare e proporre il progetto di Costituzione repubblicana; interverrà in particolare sul tema delle autonomie locali, sul ruolo del Presidente della repubblica, sui rapporti tra Stato e Chiesa e sulla magistratura.

Negli anni seguenti è Senatore in due legislature, vicepresidente dell’Istituto nazionale gestione imposte consumo, membro del Consiglio d’amministrazione dell’Istituto nazionale assicurazioni, presidente dell’Accademia delle belle arti e del Liceo artistico di Carrara, consigliere provinciale e presidente dell’Azienda elettrica municipale di Milano.

Nel giugno 1957 è nominato Presidente dell’Eca, incarico che ricoprirà fino al 1962 nonostante la designazione a Ministro delle Partecipazioni Statali (1958-1959). Edgardo Lami Starnuti si occupa del riassetto finanziario e patrimoniale dell’Ente: sollecita presso il Parlamento un aumento del contributo statale stabilito per legge, avvia trattative per la vendita di vari terreni e della Casa per anziani di viale Fulvio Testi, che sarà ceduta all’Università Statale di Milano ad uso Collegio; dopo una sua visita ad Oleggio dispone che gli stabili Villa Trolliet, non più adeguati come sede di colonia estiva dell’IDAM, siano concessi in affitto al Comune. Dà inizio ai lavori di ricostruzione della Sede centrale e dell’edificio di viale Brianza, incarica l’Ufficio tecnico di redigere progetti per la nuova struttura, ad uso IDAM, in viale Caterina da Forlì. Avvia la revisione del Regolamento generale amministrativo, in accordo con la Rappresentanza del personale concede miglioramenti al trattamento economico: conglobamento nel salario di tutte le indennità percepite dai lavoratori, possibilità di lavoro straordinario e revisione delle disposizioni sull’età di collocamento a riposo dei dipendenti. Promuove la realizzazione della “Giornata dell’Eca” e la divulgazione di un’apposita pubblicazione “di indubbia utilità morale” da trasmettere a professionisti, amministratori di enti locali, direzioni di grandi aziende, banche e società assicuratrici, per pubblicizzare l’attività dell’Ente e diffonderne l’operato.

Conclusa l’esperienza all’Eca, Lami Starnuti nel 1965 è nominato Ministro dell’Industria e del Commercio; costretto per motivi di salute a ritirarsi dalla vita politica, il 4 maggio 1968 muore nella sua casa romana. La salma è tumulata al Cimitero Maggiore di Milano.

(testo di Lorenza Barbero)