Ezio Vigorelli (1892 – 1964)

I fratelli Bruno e Adolfo Vigorelli
I fratelli Bruno e Adolfo Vigorelli
Ezio Vigorelli in visita all'Istituto di assistenza ai minorenni, 1946 circa
Ezio Vigorelli in visita all'Istituto di assistenza ai minorenni, 1946 circa

Ezio Vigorelli nacque a Lecco il 17 agosto 1892. Dopo aver conseguito la laurea in legge presso l’Università di Pavia nel 1915, si arruolò come volontario e prese parte alla Prima guerra mondiale, dove riportò un’invalidità permanente. Rientrato a Milano, nel 1917 fu tra i promotori del Comitato di azione tra i mutilati e invalidi di guerra, che, dopo Caporetto, contribuì al rilancio della volontà di rivalsa del popolo italiano e del suo esercito.

Militante socialista, Ezio Vigorelli patrocinò in varie cause gli operai processati per l’occupazione delle fabbriche e, nel 1922, entrò a far parte per la prima volta del consiglio comunale di Milano con la lista dei socialisti unitari. Dopo l’avvento del fascismo mantenne stretti rapporti con i gruppi antifascisti di ex combattenti di “Italia Libera”. Divenuto bersaglio di ripetute aggressioni squadristiche, Vigorelli venne sottoposto a vigilanza speciale e per due volte subì la reclusione nel carcere di San Vittore. La situazione si fece ancor più difficile per lui dopo l’8 settembre 1943 e la nascita della Repubblica sociale, quando, per sottrarsi all’arresto e alla deportazione, riparò in Svizzera con la famiglia.

I primi a rientrare in Italia furono i suoi figli Bruno e Adolfo, che si unirono ai partigiani nella lotta di liberazione in Val d’Ossola, dove entrambi persero la vita durante un rastrellamento nazista, nel giugno 1944, a due giorni di distanza uno dall’altro: Bruno aveva 23 anni, Adolfo 22. Alcuni mesi dopo i figli, anche Ezio Vigorelli fece ritorno in Italia: era il settembre del 1944, quando, costituitasi la Repubblica partigiana dell’Ossola, Vigorelli entrò a far parte del governo provvisorio, in qualità di responsabile della giustizia. L’esperienza repubblicana in Va d’Ossola si concluse alla fine del mese successivo e per giungere alla liberazione dell’intero Paese sarebbero stati necessari altri duri mesi di lotta.

Al termine del conflitto il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia – CLNAI nominò Antonio Greppi sindaco di Milano e lui e la sua giunta affidarono a Ezio Vigorelli la guida dell’Ente Comunale di Assistenza della città, prima come commissario straordinario e, dal 1946, come presidente, carica che Vigorelli mantenne fino al 1957. Erano gli anni difficili della ricostruzione e l’ECA di Milano, il più importante d’Italia, si trovò a dover fronteggiare i bisogni di un’enorme quantità di persone in gravi difficoltà economiche: cittadini rimasti senza casa in seguito ai bombardamenti, profughi, reduci, disoccupati e varie altre categorie gravemente provate dagli anni di guerra. La situazione e le misure adottate dall’ECA milanese per far fronte a questi gravosi compiti sono illustrate in due pubblicazioni – Dieci mesi di amministrazione commissariale e Sei anni di amministrazione dell’ECA di Milano – edite dallo stesso Ente, rispettivamente, nel 1946 e 1951. Vigorelli si dedicò con grande caparbietà alla riorganizzazione dell’Ente e, nel 1946, per accrescerne la forza d’impatto a livello nazionale, promosse la nascita dell’Associazione nazionale degli enti di assistenza (ANEA), della quale fu per oltre un decennio presidente.

L’impegno di Vigorelli sul tema dell’assistenza sociale non si esaurisce comunque tra le mura di via Olmetto – dove avevano sede sia l’ECA che l’ANEA – ma costituisce l’elemento centrale, insieme alla previdenza, anche della sua azione politica.
Eletto nel 1946 all’Assemblea Costituente, tra le fila socialiste, visse in prima persona la stagione tormentata che si aprì l’anno seguente con la scissione del partito e la nascita del PSLI di Giuseppe Saragat, al quale Vigorelli aderì, per poi transitare in diverse altre formazioni afferenti a quell’area, fino all’ingresso nel PSDI, nel 1953, e al rientro definitivo nel Partito socialista italiano, nel 1959.

Alle prime elezioni repubblicane del 1948 entrò in Parlamento, dove sedette fino alla morte, ricoprendo negli anni anche importanti incarichi in uffici e organi parlamentari e uffici di governo: sottosegretario di stato al Tesoro, con delega per le pensioni di guerra, nel V governo De Gasperi (27 maggio 1948 – 5 aprile 1949); presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sulla miseria in Italia e sui mezzi per combatterla (12 maggio 1952 – 24 giugno 1953); ministro del Lavoro e della Previdenza sociale nel I governo Scelba (10 febbraio 1954 – 6 luglio 1955), nel I governo Segni (6 luglio 1955 – 19 maggio 1957) e nel II governo Fanfani (1° luglio 1958 – 15 febbraio 1959).

Agli incarichi parlamentari e di governo Vigorelli assommò anche il ruolo di consigliere comunale di Milano, che mantenne dal 1946 fino al 1961, quando si dimise per assumere la presidenza della Metropolitana Milanese. Morì pochi giorni prima dell’inaugurazione della prima linea, il 24 ottobre 1964, come ricorda una lapide collocata nel mezzanino della fermata Duomo.

(testo di Giorgio Sassi)