Francesco Maria Sebregondi (1826 – 1888)

Rampollo della nobile famiglia dei Sebregondi di Domaso, Francesco Maria – primogenito di Giuseppe e di Camilla Barbiano di Belgioioso – nasce a Como il 18 novembre 1826.

Benché il padre sia consigliere aulico e amministratore dell’impero asburgico, nel 1848 Francesco non esita ad arruolarsi volontario nell’esercito piemontese e a combattere per la Repubblica di Venezia. Rientrato in Lombardia si laurea in giurisprudenza a Pavia e inizia il praticantato, rifiutando negli anni seguenti importanti incarichi presso l’amministrazione austriaca.

Dopo l’Unità d’Italia inizia una carriera politica e gestionale a livello locale, partecipa a diverse commissioni di beneficenza, è membro dei consigli amministrativi del Collegio della Guastalla e degli Asili infantili di Milano.

Nell’estate 1865 è nominato consigliere della Congregazione di Carità in sostituzione del dimissionario Alessandro Besana.

Delegato alla sorveglianza della Pia casa degli Incurabili di Abbiategrasso, propone – con il sostegno del Presidente Carlo D’Adda – modifiche al regolamento e all’organico dell’Istituto, consiglia l’aggiornamento dei registri e dei documenti, dispone che la Direzione dell’Istituto provveda annualmente alla stesura dei propri fabbisogni e avvii gare d’appalto per supplire alle proprie necessità; in seguito a sopralluoghi alla sede del ricovero sollecita opere di manutenzione alla struttura e alle sue attrezzature.

Con il Presidente ed altri consiglieri partecipa agli incontri con la Giunta municipale di Milano per la realizzazione del nuovo Ricovero di Mendicità.

Favorevole alla chiusura della ruota degli esposti redige un’ampia relazione sulla funzionalità del baliatico e con il collega Prospero Pavesi è incaricato di accordarsi con il Comune per fondare un’istituzione a favore delle puerpere povere (l’Opera pia Baliatico nascerà poi nel 1872).

Nel 1869, eletto assessore al Comune di Milano, si dimette dall’incarico presso la Congregazione di Carità, ricevendo dal Consiglio dell’Ente manifestazioni di “vivo dispiacere per la […] rinuncia, e […] ringraziamenti per l’opera utilissima che ha prestato”: nel suo ruolo di assessore comunale alcuni anni dopo visiterà il Ricovero di Mendicità riportandone una lusinghiera impressione.

Appassionato di arte in ogni sua forma, è ricordato sia come colto e preparato collezionista di opere di pittura e di scultura sia come letterato, autore di numerose poesie e novelle, di articoli di vario argomento pubblicati sul Corriere della Sera e su Il cattolico di Lugano e del romanzo Un prode di Roma (1849-1862) edito nel 1864.

Nel 1874 sposa Luisa Beatrice Tinelli, vedova Ceriani, e adotta il figlio della moglie, Luigi, che darà inizio alla casata Ceriani–Sebregondi.

Legato alla propria città natale, presiede la Società storica comense ed è tra i fondatori e primo presidente della Società storica per la Provincia e la Diocesi di Como; insignito di numerose cariche onorifiche e di attestati di lode, nel 1880 è designato segretario della Regia Accademia di Belle arti di Milano e della Consulta archeologica.

Muore il 13 marzo 1888 a Milano; un articolo del Corriere della Sera ricorda come la sua morte desti “vivo rimpianto fra i numerosi amici ed estimatori del suo ingegno, della sua rara attività e del suo buon cuore.”

(testo di Lorenza Barbero)