Giuseppe Prata (1660 – 1735)

Giuseppe Prata nasce il 30 marzo 1660, dodicesimo dei diciannove figli di Pietro Francesco Prata (1607-1677) e Margherita Corbelli (1630 circa – 1675).

Alla morte di Pietro Francesco (avvenuta il 20 ottobre 1677) i figli Giovanni Battista, Gaetano e Giuseppe (che, in quanto minorenne, era sotto la tutela del fratello Giovanni Battista) ereditano un patrimonio ammontante a 122.779 lire, con debiti complessivi per oltre 35.000 lire, di cui circa 8.500 verso il Luogo pio della Divinità (a cui andava però aggiunto anche quanto dovuto da Giorgio Prata, debito che Pietro Francesco si era accollato nel 1631 assumendo la carica di vicetesoriere).

Negli anni successivi, nei quali Giovanni Battista Prata subentra al padre nella carica di vice tesoriere, il debito verso la Divinità sale a oltre 32.000 lire. Incalzato da diversi debitori, Giovanni Battista si rifugia a Venezia. Anche i fratelli Gaetano e Giuseppe, che si erano resi garanti, rimangono coinvolti, tanto che nel 1687 vengono imprigionati per un breve periodo nel carcere del Capitano di Giustizia. Giuseppe, in forza di una procura generale conferitagli dal fratello Gaetano, riesce a rimediare al dissesto economico: dovette naturalmente vendere gran parte delle case in Milano ereditate dal padre, ma riesce, anche se a fatica, a mantenere intatta la proprietà di Trognano e ad accordarsi con i vari creditori per saldare i propri debiti. Il Luogo pio della Divinità decide di accordare la sua fiducia a Giuseppe nominandolo vicetesoriere già nel 1687.

Nel 1690 Giuseppe abbraccia lo stato ecclesiastico, venendo ordinato sacerdote nel 1692.

Come già il padre, anche Giuseppe si impegna nel consolidare e ingrandire la possessione di Trognano. Spinto anche dal desiderio di fornire ai propri coloni la possibilità di una più facile frequenza alle cerimonie liturgiche, nel 1723 dà avvio alla costruzione di un oratorio, consacrato nel 1726 e intitolato a San Giuseppe.

Nel suo testamento, rogato il 30 luglio 1730 dal notaio Giuseppe Campagnoni, nomina erede universale il Luogo pio della Divinità (con obbligo di corrispondere ogni anno alcuni doti a figlie di pigionanti di Trognano, o in loro mancanza a figlie di massari o fittabili) e dispone alcuni legati, fra cui alla sorella, suor Francesca Giacinta, monaca nel monastero dell’Assunta di Vigevano, e al fratello Giovanni Battista “habitante in Venezia” dichiarando che il legato “procede per mero affetto che gli professo, e non già per verun obbligo, perché egli ben sa quanto io habbi fatto per lui e quali obblighi habbi assunto per debiti da lui contratti”. Dal testamento risulta inoltre che Giuseppe Prata era iscritto alla Scuola di San Cristoforo in San Salvatore, alla Congregazione dello Spirito Santo, alla Congregazione della buona morte in San Fedele e a quella di Sant’Antonio, come pure a quelle di san Giovanni del Gonfalone e del Suffragio nella chiesa parrocchiale di Bascapè.

Giuseppe Prata muore il 14 giugno 1735.

(testo di Lucia Aiello)

Ricevuta per il versamento di quanto spettante a suor Francesca Maria Prata dal 1677 al 1688 (Archivio ASP Golgi-Redaelli, Testatori, b. 435).

Il 7 giugno 1688 Giuseppe Prata annota: “Sia ringraziato Iddio ho fatto questo saldo per sua misericordia, che non me lo credevo”.