Enea Royer (1841 – 1924)

Nato a Milano il 2 luglio 1841 da Luigi e Luigia Bianchi, Enea Royer nel 1866 sposa Cleonice Rossetti, da cui avrà i figli Ernesto e Luigia.

Il  Consiglio d’amministrazione della Congregazione di Carità, valutate le domande d’assunzione e il risultato degli esami, a decorrere dal 17 gennaio 1869 lo nomina Ispettore contabile presso la Pia casa degli Incurabili in Abbiategrasso: è l’inizio di una brillante carriera amministrativa e dirigenziale, che si concluderà quarant’anni dopo con il collocamento a riposo nell’autunno del 1910.

Trasferitosi con la famiglia ad Abbiategrasso, Royer partecipa alla vita pubblica locale come Delegato della Società di Patronato per gli adulti liberati dal carcere della Provincia di Milano ed è eletto assessore municipale. Divenuto Direttore della Pia Casa nel 1876, nel 1880 pubblica, presso la Tipografia Bollini Giuseppe, l’opuscolo Cenni storici statistici sull’origine, fondazione e vicende della Pia Casa Incurabili in Abbiategrasso amministrata dalla Congregazione di Carità di Milano. Nel 1887 sostituisce Giuseppe Merlo, collocato a riposo, come Direttore del Ricovero di Mendicità di Milano: la Congregazione di Carità gli concede l’uso di un ampio appartamento all’interno della sezione di San Marco, in via Goito.

All’epoca la struttura milanese, dislocata nelle due sedi dell’ex convento di San Marco e dell’ex manicomio della Senavra, si occupa dei mendicanti inviati forzatamente dall’autorità di polizia per recuperarli al lavoro. Royer, come il suo predecessore, incentiva le attività lavorative degli ospiti impiegandoli negli uffici della Congregazione e degli altri Istituti amministrati, occupandoli in opere interne di manutenzione o presso i locali del Ricovero nel confezionamento di abiti e calzature e nella creazione di manufatti per terzi. Fin dai primi mesi del suo insediamento uniforma le direttive per le due sezioni dell’Istituto e suggerisce miglioramenti organizzativi; attua la semplificazione della modulistica in uso, avvia operazioni di inventariazione dei beni presenti, anche religiosi, predispone note periodiche del materiale conservato e necessario e richiede elenchi annuali di tutto l’occorrente, dai generi alimentari ai presidi chirurgici, alle forniture di legno e carbone, al fine di ricevere un’unica autorizzazione di spesa per acquisti a prezzi più vantaggiosi.

Accorto amministratore delle finanze dell’Istituto cerca soluzioni per migliorarle e col supporto dalla Congregazione incentiva la coltivazione dei terreni alla Senavra, promuove lo smercio di qualsiasi materiale inservibile al Ricovero e ottiene dal Comune la riscossione diretta delle quote di pensione dei ricoverati. Stabilisce direttive per conservare ordine e disciplina nel Ricovero e dà disposizioni riguardo alle condizioni igienico – sanitarie: raccomanda all’Ispettore e al medico competenti di “sorvegliare […] la pulizia e lo stato di salute” dei presenti, prevede visite sanitarie periodiche a tutti i degenti, indica modalità da seguire in caso di infezione e suggerisce all’Ente di dotare ogni ricoverato, che necessiti di terapie o di trasferimento in ospedale, del certificato di vaccinazione in aggiunta al verbale di presentazione. Ottiene dalla Congregazione l’approvazione per acquistare per gli ospiti uniformi estive più confortevoli, per migliorare la loro dieta nutrizionale e i servizi specifici per la cura e l’igiene personale. Caldeggia il pagamento di straordinari ai propri collaboratori, favorisce la liquidazione delle retribuzioni al personale religioso e ai ricoverati impiegati in attività lavorative e sollecita interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, in particolare all’edificio della Senavra, ormai ammalorato.

La Congregazione, apprezzando la sua esperienza nella gestione dell’Istituto, nella delibera di approvazione del suo pensionamento ricorda che durante la progettazione della nuova sede del Ricovero di Mendicità, “potrà essere chiamato a coadiuvare […] col suo parere per dettagli di servizio”.

Nominato Cavaliere della Corona d’Italia con decreto reale nel 1886, muore il 23 marzo 1924 a Milano, nella sua casa di Corso di Porta Nuova 15 ed è tumulato al Cimitero Monumentale: per decisione della Congregazione, in occasione delle esequie una delegazione di ricoverati dell’Istituto milanese e della Pia Casa di Abbiategrasso segue il feretro.

(testo di Lorenza Barbero)

Attività di falegnameria alla Senavra, primi anni del Novecento.