Ugo Cavalieri (1918 – 2002)

Ugo Cavalieri con Angelo Pagani
Ugo Cavalieri a tavola con un ospite ultracentenario dell'Istituto Golgi di Abbiategrasso

Ugo Cavalieri (1918-2002), originario di Ancona, svolse gli studi di medicina e chirurgia a Bologna. Assunto nel 1945 il ruolo di primario medico incaricato dell’Ospedale Civile di Cingoli (Macerata), lo mantenne fino al maggio 1948, quando fu richiamato alle armi quale ufficiale medico di complemento e inviato a Milano presso la Zona aerea territoriale. Nel capoluogo lombardo iniziò la collaborazione con l’ECA nel 1954 assumendo la direzione del servizio sanitario della Pia Casa di Abbiategrasso per tre mesi. Successivi rinnovi dell’incarico condussero, nel 1971, alla sua nomina in ruolo.

Durante la sua direzione furono introdotte nell’Istituto di Abbiategrasso fondamentali innovazioni in campo medico-geriatrico e in quello dell’assistenza agli anziani, le quali ebbero rilevanti conseguenze e positive ricadute anche sulle istituzioni pubbliche del territorio.

Nel 1977 diede vita, in collaborazione con l’Istituto di farmacologia dell’Università di Milano e la Fondazione Carlo Erba, al “Centro di medicina preventiva dell’adulto” presso l’Istituto geriatrico “Camillo Golgi” (già Pia Casa di Abbiategrasso), con lo scopo di svolgere ricerca su temi di interesse preventivo-gerontologico e di effettuare un’attività pratica sul territorio, attraverso consultori di medicina preventiva, iniziative di educazione sanitaria della popolazione e di aggiornamento tecnico degli operatori.

Studioso appassionato, estremamente aggiornato sulle novità scientifiche, partecipò come relatore ad innumerevoli congressi nazionali e internazionali; fu capace di trasmettere il suo sapere ai propri collaboratori, proponendo un “metodo” fondato sul principio che negli anziani “i confini tra salute e malattia non sono definiti”, “ma sono confini che noi capiamo mettendoli nel contesto della storia della persona; per questo motivo ciò che per qualcuno può essere patologico per un altro può essere salvifico e protettivo”.

Fautore quindi di una “gerontologia preventiva”, secondo cui la vecchiaia non è un processo esclusivamente e ineluttabilmente negativo, era convinto che fosse necessario adottare modalità di assistenza tali da rendere “consapevoli gli anziani delle reali loro risorse ed anche certamente dei limiti che pure vi sono”, ma che possono essere asserviti “ad un disegno esistenzialmente costruttivo, che in parte li accetti e li assolva, in un gioco di adattamenti e di compensazioni”. Una visione questa che lo vide in perfetto accordo con la “cultura sociologica della vecchiaia” di Angelo Pagani, direttore della Pia Casa e poi dell’Istituto Inabili a Lavoro.

(testo di Paola Bianchi)

Ugo Cavalieri (al centro) durante il “giro dei dei malati” insieme ai suoi collaboratori, tra i quali si riconoscono a sinistra Claudio Castoldi e a destra Antonio Guaita (“Tempo medico”, fine anni ‘70)