San Senatore in Sant’Eufemia (ante 1344 – 1784)

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Tralasciando le leggende intorno alle origini della scuola, che ne attribuirebbero la fondazione al vescovo di Milano san Senatore nella seconda metà del V secolo, si ritiene plausibile la sua nascita intorno alla metà del Trecento, in un momento che vide in Milano la proliferazione di istituzioni assistenziali per iniziativa laicale. Tale ipotesi trova riscontro nella relazione compilata nel 1769 dai regi visitatori, Ferdinando Casati e Luigi Petazzi, che fa riferimento a un legato di tre lire di terzoli a favore della Scuola di San Senatore in Sant’Eufemia, disposto nel 1361 dal milanese Matteo Cervone “per fare predicare in detta chiesa more solito”.
Lo storico gesuato Paolo Morigia aveva trovato la prima notizia certa sull’esistenza della confraternita in un contratto d’affitto redatto dal notaio Luchino Villani nell’anno 1344 e segnalato nell’inventario quattrocentesco delle proprietà di Bonifacio Villani . Nella sua fondamentale opera dedicata alla descrizione delle iniziative benefiche esistenti a Milano sullo scorcio del XVI secolo, Tesoro precioso de’ Milanesi (1599), si trova anche un’accurata narrazione delle attività della scuola, le cui finalità devozionali consistevano “primieramente” nel far “celebrare una Messa cottidiana e diversi offici da Morti” e nel mantenere “la lampada accesa al santissimo Crocifisso”. Per quanto riguarda le pratiche elemosiniere, che nel 1517 valsero alla scuola la concessione dei privilegi accordati ai luoghi pii , gli scolari provvedevano invece all’erogazione di sussidi in favore di puerpere povere della parrocchia, alla distribuzione di vestiti nel giorno di S. Martino e, ancora, di razioni di pane, riso e vino e di fascine di legna (poi “brasca” e carbone) sempre a indigenti della parrocchia, contro la riconsegna di speciali segni metallici e cartacei che venivano abitualmente assegnati agli assistiti “avanti le feste del Santo Natale”.
La struttura organizzativa comprendeva un capitolo di deputati con mandato vitalizio (in numero variabile tra sei e dodici), governati da un priore con incarico di durata biennale, coadiuvato dai due rettori della chiesa.
Le assemblee si svolgevano di norma in uno spazio nei pressi dell’altare maggiore della chiesa poiché la confraternita non disponeva di una casa capitolare. La scuola era tuttavia proprietaria di alcune case in Milano e di beni fondiari a Locate e a S. Angelo Lodigiano, i cui proventi servivano a garantire il mantenimento della scuola, insieme a donazioni occasionali, lasciti testamentari e agli introiti derivanti da investimenti sul Banco di S. Ambrogio o dalla concessione di prestiti a privati.
Quando i visitatori regi compirono la loro ispezione in Sant’Eufemia nel 1769, raccomandarono la fusione del luogo pio di San Senatore con la scuola del Santissimo Sacramento – con la quale condivideva peraltro un capitolo formato dagli stessi deputati – e con la confraternita di Tutti i Santi (detta anche del Padre Eterno), che avevano sede presso lo stesso edificio sacro, pur mantenendo “li rispettivi pesi e vincoli”, allo scopo di semplificarne la gestione amministrativa e consentire “un notabile avantaggio in sollievo de’ miserabili della Parochia”.
La proposta non ebbe però seguito e il capitolo di S. Senatore fu sciolto solo il 4 settembre 1784, in previsione della sua aggregazione al Luogo pio della Divinità.

(da Guida dell’Archivio dei Luoghi Pii Elemosinieri di Milano)

Bibliografia:

  • Bruno Viviano, Le sedi dei 39 luoghi pii elemosinieri di Milano (1305-1980), in Antonio Noto e Bruno Viviano, Visconti e Sforza fra le colonne del palazzo Archinto. Le sedi dei 39 luoghi pii elemosinieri di Milano (1305-1980), Milano, Giuffrè, 1980, p. 274
  • Milano. Radici e luoghi della carità, a cura di Lucia Aiello, Marco Bascapè e Sergio Rebora, Torino, Allemandi, 2008, pp. 91-93 (scheda di Maria Cristina Brunati)
  • Guida dell’Archivio dei Luoghi Pii Elemosinieri di Milano, a cura di Lucia Aiello e Marco Bascapè, Como, NodoLibri, 2012, pp. 127-128