Santa Maria Rotonda in San Giovanni in Laterano (ante 1494 – 1784)

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Le origini della scuola di Santa Maria Rotonda, eretta presso l’omonima cappella nella chiesa parrocchiale di San Giovanni in Laterano, risalgono presumibilmente alla seconda metà del XV secolo, epoca alla quale rimonta anche il testamento del mercante Benedetto Udrugio (10 marzo 1494). Il benefattore raccomandava di investire l’eredità nell’acquisto di beni immobili i cui proventi dovevano poi essere destinati all’erogazione di pane bianco e legna ai poveri della parrocchia nella ricorrenza della vigilia di Natale.
Per le sue finalità elemosiniere, il 2 marzo 1518 Francesco I, re di Francia e duca di Milano, riconosceva al sodalizio le prerogative accordate ai luoghi pii, mentre l’arcivescovo Ippolito d’Este ne convalidava l’erezione con l’approvazione degli statuti, confermati da papa Leone X nel mese di agosto.
La scuola, aperta a uomini e donne tenuti al versamento di una quota associativa annuale, era governata da un capitolo di dodici deputati, alla testa dei quali era posto un priore. Alla sua amministrazione concorrevano inoltre un sottopriore, quattro sindaci, un tesoriere, un cancelliere, un ragioniere e un sacrestano, cui si aggiungeva un servitore stipendiato.
Il consorzio affiancava alle finalità elemosiniere precise pratiche devozionali: agli iscritti era infatti imposto l’obbligo di accostarsi ai sacramenti della confessione e della comunione nei giorni di Natale e Pasqua, di recitare quotidianamente sette Pater e sette Ave Maria, di recarsi ogni giorno, “quando non habbino giusto impedimento”, a visitare l’altare di Santa Maria Rotonda “e dirli uno Pater et una Avemaria e pregarla per lo augmento di essa confraternita” , nonché di partecipare alle esequie dei confratelli e alle funzioni solenni.
La ricorrenza più importante del sodalizio cadeva il 2 febbraio, festa della Purificazione di Maria o della “Candelora”, in occasione della quale gli associati ricevevano le tradizionali candele benedette e assistevano alla distribuzione delle doti a dieci fanciulle “povere di bona fama et conditione”. Il 21 dicembre, giorno allora dedicato a san Tommaso apostolo, venivano invece erogate le elemosine in natura sotto forma di razioni di pane di frumento e di fascine di legna.
L’attività della scuola era garantita, oltre che dalle oblazioni periodiche dei consorziati, da donazioni, lasciti e legati testamentari, i cui redditi vennero anche impiegati nel rifacimento della chiesa negli anni Trenta del Seicento, e nel finanziamento, tra il 1688 e il 1692, dei lavori di adattamento e valorizzazione architettonica della cappella, trasformata nella “più vasta e la più ricca di marmi della chiesa” . Nella seconda metà del XVII secolo, la confraternita ottenne larghi consensi, anche in conseguenza dell’indulgenza perpetua concessa ai suoi iscritti da papa Innocenzo X nel 1649. L’adesione femminile risulta particolarmente cospicua in quel periodo, tanto da ottenere una propria rappresentanza organizzata, attestata dai verbali d’elezione della priora e della sottopriora per gli anni 1650-1655.
La scuola non aveva invece una vera e propria casa di residenza, ma utilizzava come sala capitolare e sacrestia un locale edificato in un’area adiacente alla chiesa di San Giovanni in Laterano, un tempo adibita a cimitero e concessa dal parroco Ambrogio de Castano a titolo livellario nel 1506.
Nel 1784 il luogo pio di Santa Maria Rotonda venne aggregato al Luogo pio della Divinità.
La cappella rimase di patronato del Capitolo Centrale dei Luoghi Pii Elemosinieri e poi della Congregazione di Carità di Milano fino al 1911, quando tutti i diritti vennero ceduti alla Fabbriceria di San Satiro, di cui la chiesa di San Giovanni in Laterano era divenuta sussidiaria.

(da Guida dell’Archivio dei Luoghi Pii Elemosinieri di Milano)

Bibliografia:

  • Antonio Noto, Statuti dei luoghi pii elemosinieri amministrati dall’Ente Comunale di Assistenza di Milano, Milano, E.C.A., 1948, pp. 83-95
  • Bruno Viviano, Le sedi dei 39 luoghi pii elemosinieri di Milano (1305-1980), in Antonio Noto e Bruno Viviano, Visconti e Sforza fra le colonne del palazzo Archinto. Le sedi dei 39 luoghi pii elemosinieri di Milano (1305-1980), Milano, Giuffrè, 1980, pp. 277-279
  • Milano. Radici e luoghi della carità, a cura di Lucia Aiello, Marco Bascapè e Sergio Rebora, Torino, Allemandi, 2008, pp. 72-75 (scheda di Maria Cristina Brunati)
  • Guida dell’Archivio dei Luoghi Pii Elemosinieri di Milano, a cura di Lucia Aiello e Marco Bascapè, Como, NodoLibri, 2012, pp. 138-139