Badile

Badile - immagini storiche
Immagini storiche

Con rogito del notaio Protaso Sansoni del 31 maggio 1456, il Consorzio della Misericordia acquista da Ambrogio Scaccabarozzi, giurisperito milanese, un fabbricato comprendente 150 pertiche di terreno coltivate a prato e a vigna ubicate nel territorio di Badile, oggi frazione di Zibido San Giacomo, nei pressi di Binasco e all’interno del Parco Agricolo Sud di Milano. In seguito il Consorzio accresce l’entità del podere acquisendo da Giorgio Scaccabarozzi altre 115 pertiche (istrumento 11 aprile 1489, notaio Stefano Cardano), cui si aggiungono alcuni immobili attraverso l’eredità pervenuta da Lancillotto Scaccabarozzi (testamento 22 aprile 1491, notaio Boniforte Gira). Tale politica di incremento viene attuata anche nel corso del Cinquecento e del Seicento mediante frequenti permute e vendite con gli Scaccabarozzi (1533, 1537, 1575, 1604), i Calvi (1575), i Caimi (1601), i Roveda (1602), ma anche grazie alle donazioni di Giovanni Giacomo Rainoldi (1607) e dell’ingegnere Ercole Turati (1639). Tra il 1682 e il 1683 il Consorzio incarica l’ingegnere collegiato Agostino Regalia di redigere il cabreo delle proprietà  (Misura, descrizione e disegno delle possessioni di Badile in Badile e Cassina di Decimo), che includendo “coste, fossi, contrafossi, scolatori, cavi propri e comuni” raggiungono 3237 pertiche.

Attraverso l’acquisto come estinzione di un debito dal conte Cesare Rovida e dai suoi figli Alessandro, Antonio e Ottavio (1696) della possessione Barozza – ampia 540 pertiche e comprendente case rurali, un’osteria e una pila da riso – il Consorzio della Misericordia attesta definitivamente la sua presenza a Badile, assegnato in affitto ai fratelli Rognoni, già stanziati da secoli presso il vicino podere di Tavernasco.

Il Consorzio provvede costantemente alla cura del complesso sistema di competenze d’acque del podere, promuovendo opere di manutenzione e miglioria anche in virtù della collaborazione di qualificati professionisti, come campari e idraulici, nonché dei fittabili stessi. Nel corso dei secoli vengono anche attuati interventi più strutturali,  come la realizzazione del cavo Badile, progettato dagli ingegneri collegiati Giovanni Pietro e Gerolamo Robiate (1611-1629), l’incanalamento delle acque eccedenti le necessità della Cascina Camuzzone verso la Cascina Decima di Lacchiarella sotto la supervisione dell’ingegnere Giuseppe Antonio Pissina (anni sessanta del XVIII secolo), il coordinamento del regime delle acque dei tenimenti di Camuzzone, Badile e Lacchiarella e lo spostamento e rettifilo dei cavi Barozza, Tre Quarti, Socio e Refreddo sotto la vigilanza dell’ingegnere Eugenio Villoresi (1810-1879) negli anni in cui quest’ultimo ricopre la carica di titolare dell’Agenzia di Badile (inizio anni Sessanta dell’Ottocento).

Durante la gestione di Villoresi alcuni terreni vengono trasformati a marcita, in consonanza con gli orientamenti agronomici diffusi nella Bassa lombarda, con obblighi nei confronti degli affittuari previsti nei contratti di locazione; da quell’epoca in avanti si è mantenuto e consolidato l’indirizzo zootecnico cerealicolo del podere, con un aggiornamento delle tipologie colturali in base all’andamento del mercato agricolo. Nel secondo dopoguerra il podere risulta articolato in tre aree distinte: la prima, a nord del Naviglio di Pavia e della strada statale dei Giovi, viene destinata in prevalenza alle colture cerealicole specie il mais; la seconda, situata a ovest della strada provinciale tra Binasco e Lacchiarella, comprende il centro aziendale e le case coloniche e privilegia le colture foraggere. L’ultima zona, posta a est della stessa strada, risulta essere la più ampia ed è coltivata in prevalenza a riso e foraggi e comprende un pioppeto.

Il podere è stato alienato nel 1988.

(testo di Sergio Rebora)