Belvedere e Cascina dei Leoni

Belvedere - immagini storiche
Immagini storiche

Il podere Belvedere viene acquisito dalla Congregazione di Carità di Milano insieme alla Cascina dei Leoni attraverso una permuta (istrumento 3 agosto 1881, notaio Rinaldo Dell’Oro) con la nobile Sofia Barbò (1842-1883), figlia di Fulvio e di Luigia de Carli e moglie del conte Alberto Albertoni di Val di Scalve (1842-1895), la quale riceve dalla Congregazione stessa il podere Caleppio sito nel Comune di Settala, ampio 1.046,20 pertiche.

I beni di Belvedere – situati nel Comune di Cerro al Lambro – corrispondono a 977,15 pertiche, una quantità quindi inferiore rispetto a quelli di Caleppio, tanto che la contessa deve corrispondere un conguaglio di 98,926 lire. La permuta si presenta vantaggiosa per la Congregazione, che va così a implementare l’entità fitta e consistente delle sue proprietà in quella zona, confinando in particolare Belvedere con le possessioni Volpere e Casa di Dio.

In precedenza la cascina Belvedere faceva parte del cospicuo patrimonio del nobile Antonio De Carli (morto nel 1844) e della consorte Marianna Confalonieri (morta nel 1847): quest’ultima ne diviene proprietaria a seguito della divisione dei beni di Cerro al Lambro posseduti in comune con la sorella Rosa Confalonieri in Boltraffio (istrumento 3 dicembre 1837, notaio Giuseppe Arpegiani). Le due nobildonne avevano ereditato a loro volta tali proprietà, insieme a quelle site a Montevecchia, in Brianza, dal fratello Giuseppe Confalonieri di cui erano entrambe coeredi (istrumento 26 marzo 1805, notaio Giovanni Battista Giudici), salvo l’usufrutto vitalizio riservato alla cognata Luigia Verri vedova Confalonieri (1793-1835). Già allora i beni erano condotti in affitto dagli eredi di Giacomo Antonio Ragni, i cui discendenti rimarranno come fittabili in loco fino alla seconda metà del Novecento.

Dopo la morte della nobildonna e la estinzione della linea maschile di Casa de Carli il podere viene assegnato a una delle due figlie della coppia, Luigia (1803-1870), madre di Sofia Barbò. Nel 1896 la Congregazione di Carità, divenuta proprietaria di Belvedere, attua una nuova permuta scambiando alcuni terreni con altri della confinante Cascina Colombirolo appartenente all’imprenditore milanese Raineri Moretti. Nel 1903 viene ricostruita la ghiacciaia distrutta in un incendio divampato l’anno precedente. Nel secondo dopoguerra l’ECA realizzerà ulteriori migliorie e opere di manutenzione agli edifici e agli impianti.

Il podere Belvedere viene alienato dall’Amministrazione delle Ipab ex ECA nel 1982.

(testo di Sergio Rebora)