Benefattori del XX secolo

In ordine cronologico (in base all’anno di morte)

Il marchese e patriota Luigi Crivelli (1819-1901) nel testamento del 21 marzo 1898 nominò erede universale il cugino Vitaliano Crivelli, destinando numerosi legati a istituzioni di assistenza e beneficenza milanesi. Alla Congregazione di Carità riservò 150.000 lire perché ne fossero erogate le rendite in sussidi annuali a nubili civili di oltre trent’anni e a famiglie prive di domicilio di soccorso.

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Il nobile Giovanni Battista Agudio (1822-1902) apparteneva a un’antica famiglia originaria di Malgrate. Figlio dell’ingegnere Giuseppe († 1855), di cui continuò la presenza nelle file della Società per la Navigazione dei Laghi e della Società per le Belle Arti di Milano, Giovanni Battista fu tra i fondatori della Società lombarda per le corse dei cavalli. Nominò erede universale la Congregazione di Carità, che entrò in possesso di un patrimonio ammontante a quasi 250.000 lire, compresa una ricca possessione a Malgrate e Valmadrera e una piccola collezione di dipinti antichi.

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L’avvocato Giovanni Saldarini (1830-1903) con il testamento del 27 marzo 1900 nominò erede universale la Congregazione di Carità affinché erogasse il reddito del suo patrimonio a beneficio di minorenni orfani o indigenti e a donne vedove o abbandonate dal marito. L’asse ereditario netto ammontava a quasi 250.000 lire.

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Con il testamento del 7 gennaio 1904 il pretore Luigi Pecora (1830-1904) nominò erede universale la Congregazione di Carità, che entrò in possesso di un patrimonio ammontante a oltre 64.000 lire nette.
Il ritratto venne eseguito, per un compenso di 500 lire, dal fratello del benefattore, che aveva studiato pittura presso l’Accademia di Brera.

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Il nobile Pompeo Confalonieri (1864-1905), che fu tra i soci fondatori dell’Automobile Club di Milano, apparteneva a una famiglia di noti gioiellieri (il fratello Enrico teneva una sontuosa esposizione sotto i Portici Settentrionali di Piazza del Duomo). Morì il 21 maggio 1905 a soli quarantuno anni, disponendo nel suo testamento del 6 ottobre 1904 che i tre ottavi del suo cospicuo patrimonio fossero devoluti a istituzioni di beneficenza. Alla Congregazione di Carità furono assegnate 50.000 lire.

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Il banchiere israelita Giuseppe Levi (1830-1909) nel 1904 donò al Comune di Milano uno stabile in via Cicco Simonetta 15 perché venisse adibito a ricovero notturno gratuito: i proventi derivanti dalla vendita della casa (ritenuta inadatta allo scopo) permisero nel 1905 l’edificazione di una nuova struttura – che venne intitolata a Giuseppe Levi – per dare un alloggio ai senza tetto.

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Ugo Pisa

Diplomatico e politico, l’avvocato Ugo Pisa (1845-1910) s’interessò delle condizioni economiche e sociali della classe operaia e delle problematiche del lavoro, per cui costituì il Patronato di Assicurazione e Soccorso per gli Infortuni sul Lavoro; contitolare della Banca Zaccaria Pisa e filantropo, nel suo testamento dispose lasciti di 5.000 lire alla Congregazione di Carità e di 4.000 lire a favore dell’Istituto Derelitti.

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Nel testamento del 27 agosto 1903 il ragionier Edoardo Crespi (1849-1910), presidente della Società Scacchistica Milanese, nominò erede universale il Comune di Milano, disponendo che con il suo patrimonio fosse eretta una fondazione preposta alla distribuzione gratuita di minestra ai poveri della città. L’amministrazione comunale rinunciò in favore della Congregazione di Carità: l’eredità era insufficiente alla realizzazione di una fondazione speciale e fu quindi compenetrato nel patrimonio dei Luoghi Pii Elemosinieri.

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Romolo Rituali (1846-1912) aveva creato con le sue sole forze un fiorente commercio di articoli orientali che gli aveva regalato il soprannome di “Gran Giapponese”. I suoi Grandi Magazzini, affacciati su piazza del Duomo, erano conosciuti per l’assortimento di “un milione di ventagli giapponesi”.  Al momento della morte non dimenticò però quanti, come lui, avevano conosciuto la fame e l’indigenza. Nel suo testamento nominò erede universale gli Asili Notturni Sonzogno per “dare una refezione ai ricoverati negli Asili stessi a criterio dell’amministrazione”

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Nato a Gioia del Colle (Bari) ma trasferitosi fin da giovane a Milano, l’architetto Cristoforo Pinto (1837-1915) con testamento del 20 giugno 1915, interpretando le intenzioni della moglie Carlotta e della cognata Giuditta, appartenenti alla famiglia milanese Rosa, “volle che il patrimonio da esse pervenutogli in eredità fosse interamente devoluto ai poveri di Milano”.

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Nata intorno alla metà dell’Ottocento, Angela Frova (morta nel 1916) nel 1864 sposò il possidente Luigi Galliani: il matrimonio fu di breve durata poiché Luigi morì nel 1868. Nelle sue disposizioni testamentarie la donna nominò erede universale non i fratelli ancora viventi ma un cugino di parte materna, l’ingegnere Giovanni Carones, disponendo un legato di 50.000 lire a favore della Congregazione di Carità.

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Giuseppe Merlo (1830-1919) entrò alle dipendenze della Congregazione di Carità nel 1865. Dal 1869 gli vennero affidati l’impianto e la direzione del Ricovero di Mendicità, ricevendo alti riconoscimenti anche dalla Giunta Municipale per gli sforzi profusi nel rendere più funzionale la sede dell’ospizio nei locali dell’antico monastero di San Marco. Con testamento del 15 ottobre 1915 lasciò in eredità alla Congregazione di Carità tutti i terreni e case di sua proprietà a Novate Milanese.

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Monsignor Antonio Limonta (1843-1921), figura di spicco nella Curia ambrosiana, ricoprì per circa un ventennio la carica di membro della Congregazione di Carità. Il 17 dicembre 1912 donò all’Ente otto cartelle di rendita italiana per il valore complessivo di 55.000 lire, al fine di aumentare gli assegni erogati a poveri di condizione civile.

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Emanuele Greppi

Il conte Emanuele Greppi (1853-1931), discendente dalla nota famiglia di finanzieri lombardi, accanto a un’intensa attività politica (fu deputato, senatore, sindaco di Milano) coltivò anche profondi interessi culturali ricoprendo la carica di presidente della Società Storica Lombarda. Nel suo testamento del 16 agosto 1930 beneficò la Congregazione di Carità, di cui era stato presidente tra il 1924 e il 1928, con il legato di una proprietà terriera in Porta Vigentina a Milano.

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Nel testamento del 26 novembre 1916 la possidente Sofia Gervasini (1858-1931), deceduta senza discendenza, nominò erede universale la Congregazione di Carità, riservando agli Asili Notturni Lorenzo e Teresa Sonzogno un legato di 5.000 lire e altri cospicui legati all’Istituto dei Ciechi e all’Istituto dei Sordomuti poveri di campagna.

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Il professor Celso Provinciali (1897-1950) si laureò in medicina, trasferendosi dalla originaria Parma a Milano nel 1924, dove ricoprì la cattedra di Farmacologia presso l’Università. Nel testamento del 24 settembre 1940 beneficava i poveri di Milano con un legato ammontante a oltre 100 milioni di lire. Il patrimonio comprendeva immobili e proprietà terriere a Parma, Gazzuolo e Viadana.

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